Meno incidenti del 21% con il limite di velocità fissato a 30 chilometri orari a Bologna: è quanto emerge dai primi dati diffusi dal comune guidato da Matteo Lepore. L'ordinanza del limite di velocità è stata emessa sei mesi fa, ma solo dal 16 gennaio sono partite le prime multe per farla rispettare. Bologna è la prima grande città italiana a introdurre questo regolamento, ma molte città europee come Londra, Graz e Zurigo ci hanno pensato già dagli anni Novanta. Ma il ministro dei Trasporti Matteo Salvini la penserebbe diversamente, e infatti ha appena firmato una direttiva che l'assessora alla mobilità di Bologna Valentina Orioli definisce "contraddittoria", perché limita l'azione del comune e punta a non far abbassare i limiti di velocità su tutta la rete stradale comunale, ma “esclusivamente in determinate strade e tratti di strada”.

L'ordinanza di Matteo Lepore ha già dato i primi frutti

Da martedì 16 gennaio scorso a Bologna non è possibile circolare oltre i 30 chilometri orari di velocità, esclusi i viali e le strade a scorrimento veloce. L'ordinanza che fa parte del piano generale per favorire diversi tipi di mobilità, per abbassare la mortalità delle strade urbane e il livello di inquinamento.

È stata emessa sei mesi fa è entrata in vigore solo da poche settimane, ma sta facendo molto discutere. In Italia, il 73% degli incidenti avviene su strade urbane e per ridurre questo rischio il sindaco Matteo Lepore ha pensato di agire sul limite di velocità. A quanto pare ci sarebbero già i primi risultati positivi: secondo i dati del Comune c'è stato un calo del 21% per quanto riguarda gli incidenti stradali nelle ultime due settimane.

L'assessora Valentina Orioli si è detta consapevole del fatto che si tratta di dati parziali e che per avere delle certezze statistiche bisogna aspettare sei mesi, ma è soddisfatta.

Le conseguenze sui pedoni e sull'ambiente

Alcuni studi e l'esperienza delle altre grandi città hanno dimostrato che abbassando il limite di velocità si riduce di gran lunga il rischio di incidenti gravi.

L'Università di Palermo ha studiato le conseguenze dell'impatto veicolo-pedone. Se un pedone viene investito da un'auto che va a 30 km orari c'è un rischio del 9% che incorra in un trauma cranico. Questa percentuale sale notevolmente se si viaggia a 50 km all'ora, e arriva al 30,5%.

Sull'impatto ambientale che ha una riduzione della velocità il dibattito resta ancora aperto, anche se per il momento sembrano esserci risultati positivi anche in questo senso.

La riduzione di emissioni di ossidi di azoto dovuti a una minore accelerazione e frenata e il minor consumo di carburante darebbero un ottimo beneficio ambientale. Ma se gli effetti positivi sono difficili da calcolare, perché dipendono anche dal tipo di guida, di strada e di mezzo, è certo che non ci sono effetti negativi. Inoltre, con la riduzione del limite di velocità molte più persone sarebbero portate a usare la bicicletta, che non inquina e difficilmente causa incidenti gravi.

Mario Tozzi su Facebook: 'Cosa ci sta più a cuore?

Il geologo Mario Tozzi sul suo profilo Facebook ha espresso il suo parere positivo sull'ordinanza stradale di Bologna. Postando una foto di grande impatto, in cui si vede una bicicletta investita da un'auto a 40km orari che non ha avuto abbastanza tempo per frenare, ha scritto: "Dice che non fa nessuna differenza.

Non è vero. Cosa ci sta più a cuore?". Il posto ha diviso gli utenti tra chi si è detto favorevole alla diminuzione della velocità a 30 km orari e chi invece la ritiene una pretesa assurda e inutile.