Uno studio condotto da ricercatori statunitensi della Clemson University e dell’UCLA ha messo in luce un’importante trasformazione nelle abitudini quotidiane: il tempo passato fuori casa è diminuito di quasi un’ora al giorno rispetto al 2019. I dati, analizzati su 34mila americani e pubblicati sul Journal of the American Planning Association, rivelano un cambiamento stabile verso una vita più domestica. Mediamente si esce meno per lavorare, per fare acquisti o svolgere attività di svago, mentre aumentano le ore trascorse in casa, tendenza che sembra consolidarsi nel tempo.

Meno tempo fuori casa: l’impatto sulle città e sulla socialità

Dal 2019 al 2021, il tempo medio passato fuori casa è sceso da 334 a 271 minuti al giorno. Anche gli spostamenti sui mezzi pubblici e in auto sono calati, con circa 12 minuti in meno di viaggio ogni giorno.

Secondo Eric A. Morris, professore di pianificazione urbana e regionale alla Clemson University e autore principale dello studio, queste nuove abitudini richiedono un ripensamento delle politiche urbane: le città devono trasformarsi per rispondere a una maggiore richiesta di spazi culturali e di intrattenimento, anziché solo di uffici o luoghi di lavoro.

Gli studiosi osservano come la pandemia abbia solo accelerato in modo significativo una trasformazione che era già in corso, favorendo una vita più orientata verso il restare a casa e le attività domestiche.

In questo scenario, molte persone preferiscono dedicarsi al lavoro da remoto e allo shopping online piuttosto che spostarsi.

La vita familiare si trasforma: cene in famiglia e nuove connessioni

Accanto ai cambiamenti legati alla vita fuori casa, un altro studio dell’American Psychological Association evidenzia come le abitudini familiari siano state influenzate dalla pandemia.

Molte famiglie hanno iniziato a cenare insieme con maggiore frequenza, riscoprendo il valore dei momenti condivisi a tavola. Lo studio, condotto su 517 famiglie americane, rileva che più del 60% degli intervistati ha dichiarato di mangiare insieme più spesso rispetto a prima del Covid. Questo ha portato a interazioni più positive tra i membri della famiglia: il 56% parla più spesso delle proprie giornate, il 60% esprime gratitudine e il 67% dichiara di ridere di più a tavola.

Inoltre, la tecnologia ha aiutato a mantenere i legami con i parenti lontani durante i pasti: molte famiglie hanno adottato videochiamate per cenare virtualmente insieme.

Secondo Anne Fishel, autrice principale dello studio e psicologa, queste nuove abitudini di condivisione e contatto a distanza sembrano avere un effetto positivo sul senso di appartenenza dei bambini e sulla connessione familiare. La “cena virtuale” e le discussioni sugli eventi del giorno hanno offerto un ambiente sicuro per condividere esperienze e rafforzare i legami.

Questi dati raccontano una nuova normalità, in cui molti trovano piacere e conforto nel tempo trascorso in casa e con i propri cari. Se da un lato ciò potrebbe portare benefici, come la riduzione dell’inquinamento da smog e un risparmio economico sugli spostamenti, dall’altro pone nuove sfide, come il rischio di isolamento sociale.