Sempre simpatica e vera oltre che bellissima Valeria Golino insieme al regista Marco Simon Puccione. I due erano presenti lunedì pomeriggio 16 dicembre all’incontro presso la Facoltà di Economia e Commercio di Ancona per parlare dell’ultimo film ‘Come il vento’ in proiezione in questi giorni presso il Cinema Italia e il teatro Galleria . L’attrice ha spiegato di essere stata coinvolta e impegnata in questo progetto all’inizio controvoglia, poi, dopo molti tentennamenti, ha accettato e si è lanciata in un lavoro doloroso ed impegnativo. Ricostruire e rivivere sul set la vicenda umana e civile di Armida Miserere non era certo facile, e il suo è stato un lungo lavoro per avvicinarsi al personaggio attraverso i filmati che erano rimasti di lei.

Per carpire una movenza, un vezzo, una abitudine e restituire sulla scena la verità umana e storica di questa grande donna. Il film ricostruisce i fatti avvenuti dal 1989 al 2003, anno del suo suicidio.

Armida Miserere è stata la prima donna in Italia che ha ricoperto il ruolo duro di direttore di penitenziario. Un lavoro effettuato in anni in cui la recrudescenza mafiosa con l’applicazione del 41 bis stava aumentando e faceva sentire la sua mano. E’ sua la cattura di Giovanni Brusca con la collaborazione di Caselli e Sabella , sua la direzione, dopo il delitto del suo compagno, Umberto Mormile, di numerosi penitenziari, da Mantova a Sulmona sino ad arrivare a Pianosa dove era l’unica donna tra 1500 uomini.

Eppure a tenere in vita questa donna dopo l’uccisione del compagno ad opera di sicari inviati dalla mafia, è stato il desiderio di arrivare ad una verità. Non si farà mai chiarezza piena su quel delitto, ma certamente la mafia ha voluto colpire questa donna che , mediante una direzione giusta e equilibrata, non faceva altro che applicare nei confronti dei detenuti le regole del 41 bis.

Il film racconta tutto questo con una mano delicata e insieme veloce, per cui sebbene l’attrice renda in pieno il carattere introverso e irreprensibile della donna, la storia scorre senza arrivare, contrariamente alle intenzioni, a graffiare e incidere.Il film, nel cui cast sono presenti Filippo Timi e Chiara Caselli oltre che Valeria Golino, va visto con attenzione e magari visto anche una seconda volta.

Certe sfumature non si colgono subito e le scene devono essere meglio comprese. Il lavoro lodevole del regista restituisce, ma solo in parte, la portata complessa di una donna che pur facendo in modo esemplare un lavoro difficile avrebbe avuto bisogno di quel qualcosa d’altro che le è stato strappato dalla vendetta dei clan. L’opera è stata in parte girata anche nel carcere di Montacuto ( Ancona).