"La grande bellezza", il film di Paolo Sorrentino, ha trionfato ai Golden Globe come miglior film straniero. Una vittoria inaspettata. Anche per lo stesso regista, che ha confessato di aver vissuto una grandissima emozione. Il film ha incontrato un'ottima accoglienza presso gli americani, attratti dalla libertà di impiego del mezzo cinematografico. Una strada verso l'Oscar per il quale il 16 gennaio verranno comunicate le candidature.



L'Italia non vinceva il Golden Globe dal 1989. Quell'anno il grande evento era giunto grazie a Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.

Adesso il regista Paolo Sorrentino è tornato a far rivivere quel sogno. Una nuova speranza per l'Italia, quella per l'industria cinematografica. Intanto Sorrentino si gode il suo momento di gloria e ringrazia l'Italia, che definisce "un Paese davvero strano, ma bellissimo".



Un film, "La grande bellezza", che è piaciuto tantissimo agli stranieri, ma che ha lasciato gli italiani un po' perplessi. Il motivo? Rappresentando Roma, il regista ha offerto un'interpretazione che percorre un confine più ampio, identificandosi con l'Italia intera. Un'interpretazione che probabilmente non corrisponde a quella degli italiani, ma che è piaciuta molto agli stranieri.



L'Italia viene rappresentata come il Paese della sensibilità, fatta di emozioni e sensazioni, così come i personaggi rappresentati in una chiave intensamente umana.

Un'Italia, comunque, verso la quale pende una condanna severa, che probabilmente gli italiani non hanno visto unanimemente in positivo.



Qualcuno lo considera ripetitivo per i riferimenti a Fellini, Pasolini, De Chirico e altri. Fatto sta che gli stranieri lo hanno trovato immensamente evocativo, a tal punto che "La grande bellezza" ha battuto "La vita di Adele", "The wind rises", "Il passato" e "The hunt".

Molteplici le congratulazioni a Sorrentino, anche da parte di colleghi come Martin Scorsese e da autorità italiane come il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Bray, e il sindaco di Roma, Ignazio Marino.



Nonostante la perplessità degli italiani, il film miete grandi successi in tutto il mondo. Gli stranieri lo considerano la "metafora della decadenza italiana".