Centinaia di persone, inprevalenza giovani, hanno sentito di rivolgere un caloroso lungo spontaneoapplauso, nei giorni scorsi, in un teatro di Matera ad una madre coraggio: Olimpia Fuina vedovaOrioli. La circostanza è stata quella della presentazione di un libro di poesiescritte da suo figlio Luca Orioli, giovane poeta celebrato a oltre 25 annidalla sua tragica morte.

Luca è uno degli sfortunati protagonisti di unavicenda che ancora oggi non è stata chiarita. E’ la storia di due ragazzi diPolicoro trovati cadaveri in casa appunto 25 anni fa e che viene conosciutanella cronaca giudiziaria come quella dei “fidanzatini di Policoro”.

Una storiatriste e tragica non solo per il suo epilogo, ma soprattutto per la mancanza dichiarezza sull’avvenimento e su cui da anni oramai Olimpia si batte per avereuna logica spiegazione di quello che avvenne in quella indimenticabile sera. Lacronaca giudiziaria non è riuscita a dare se non spiegazioni che appaiono deltutto inattendibili. Esaminando la scena di quello che appare più un delitto,piuttosto che una tragica fatalità, i dubbi permangono a distanza di tantianni. La causa del decesso viene attribuita ad esalazioni di monossido dicarbonio. Causa più volte ribadita e in più procedimenti, malgrado la fieraopposizione posta nelle aule giudiziarie da mamma Olimpia, per niente convintadi questa risibile sentenza.

Del resto particolari inquietanti, reperiti sulcorpo delle due giovani vittime, lasciano insoluti ancora molti interrogativisulle vere cause della morte di Luca e della sua amica.

E’ una delle vicendeche in Basilicata restano senza alcuna giusta spiegazione e che sembranocostrette da qualche oscuro motivo a non averne, malgrado il costante impegnodi mamma Olimpia, rimasta vedova del suo consorte che, nel frattempo, se ne èandato consumato dal dolore della perdita del loro figliolo e ancor più da nonaver avuto la possibilità di ottenere giustizia su questo triste casogiudiziario.

Per Olimpia la lotta per ottenerla continuerà fino all’inverosimilee in questa occasione ha avuto il conforto di quanti hanno partecipato allapresentazione del libro, commuovendosi per la loro attenta partecipazione. Lamalagiustizia prima o poi dovrà capitolare al cospetto della verità. E’ quantoda augurare non solo per la tragedia di Policoro e di due giovani vitespezzate, ma perché la verità possa finalmente trionfare e consolare in qualchemodo il lungo impegno di una madre.

Per tornare al libro di poesie la cuilettura ha rivelato un animo sensibile di un giovane lucano persinosorprendente se si pensa che quelle rime sono state scritte prevalentemente quandoLuca aveva tra i 14 e i 17 anni. In qualche modo è apparsa tutta la suacontinua riflessione sul mondo che lo circondava, sulla realtà vissuta da ungiovane meridionale, sugli affetti che nutriva nei confronti dei suoi cari, sudi un destino che sembrava appartenergli e che voleva con coraggio affrontare.

Versi che hanno sorpreso tutti i presenti, che hanno commosso in particolareproprio i tantissimi giovani presenti in teatro e che non si sono persi nessunodegli interventi dei numerosi relatori, tra cui i curatori dell’edizione, poetie scrittori e rappresentanti della società civile particolarmente impegnatinella lotta alle ingiustizie.

L’applauso che ha concluso la manifestazionepubblica non è stato una semplice formalità, ma il vero tributo a una madrecoraggio che lotta con tutte le sue forze per difendere la memoria di suo figlio.Spesso si tende a sottovalutare la sensibilità delle nuove generazioni. Non ègiusto! Basta consegnare alla loro attenzione i veri valori della vita, leemozioni, gli impegni e le responsabilità e sono capaci di ricambiare congrande slancio e generosità.