Nel Belpaese avvengono situazioni che pongono in serio imbarazzo quella scritta che imponente campeggia in ogni aula di tribunale italiano. Spesso stona al confronto della fatidica libertà d'informazione. Ma veniamo al caso in questione. Al centro della faccenda un verbale del Consiglio dei Ministri del periodo del governo Berlusconi. Il fatto risale al 2003, ma l'esito di un processo si è determinato solo nel 2014.

L'argomento era l'allocazione del sito per scorie nucleari in sede nazionale. Nel corso della riunione il ministro Altero Matteoli asserì con convinzione che il presidente della Regione lucana (Filippo Bubbico) pur non essendo d'accordo per la scelta del governo per collocare il sito in terra lucana, a Scanzano J., non avrebbe ostacolato tale scelta.

In realtà poi lo stesso Bubbico capeggiò la rivolta dei lucani che non gradirono affatto la decisione e manifestarono vivacemente con un corteo battezzato dei centomila che diede adito all'intitolazione persino della piazza del comune lucano a memoria futura.

Il contenuto del verbale del Consiglio dei ministri, tra cui la circostanza della posizione morbida di Bubbico, venne riferito dal ministro Carlo Giovanardi in un'intervista. La qual cosa provocò la reazione di Bubbico che querelò il ministro. La questione venne esaminata dal Tribunale dei ministri di Catanzaro che archiviò il caso dando torto a Bubbico e assolvendo Giovanardi.

Una testa giornalistica locale (Il Resto) riferì, in sostanza, quanto detto dal ministro Giovanardi nell'intervista, proponendo all'interesse pubblico la situazione e ponendo legittimi dubbi sulla posizione assunta all'epoca da Bubbico.

Anche in questo caso Bubbico, piuttosto che chiedere un semplice rettifica, non gradì e querelò l'articolista (Nicola Piccenna) e il direttore della testata. Nel corso del processo che si è tenuto al Tribunale di Matera la difesa dei giornalisti ha prodotto persino la copia integrale del verbale del Consiglio dei ministri a riprova dell'insorta questione.

In questo caso però il Tribunale di Matera ha dato ragione a Bubbico e torto ai giornalisti punendoli con un'ammenda per diffamazione a mezzo stampa nei riguardi dell'ex-presidente della Regione lucana.

La domanda inserita nel titolo, allora, pone seriamente l'interrogativo. Pone anche un ragionevole dubbio perché nel frattempo l'ex-presidente Bubbico nella sua carriera politica è stato investito di cariche importanti: prima inserito dal presidente Napolitano tra i dieci saggi e poi, sia con il governo Letta che con quello Renzi, nominato vice ministro.