È ufficiale ormai, dopo anni di proteste il test per entrare alle facoltà di Medicina verrà abolito definitivamente, a dirlo è il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca del governo Renzi, Stefania Giannini. Ecco i dettagli.

Era ufficiale già da ieri, quando la Giannini sulla pagina Facebook Scelta Civica, nel corso di un Q&A, ha dichiarato che i test di Medicina non ci saranno più a partire da luglio, ma ora nuovi particolari sono stati svelati dallo stesso Ministro durante un'intervista al Corriere della Sera, chiarendo maggiormente le sue intenzioni riguardo le trasformazioni da attuare e placando in parte le proteste degli studenti che si facevano sempre più agguerrite.

Al posto dei test basati, su domande che non testavano in modo consono le competenze di chi voleva fare il medico, e del numero chiuso, "concepito ed applicato male", ci sarà un nuovo tipo di selezione ispirato fortemente al modello francese. Probabilmente il sistema si baserà su un biennio, o almeno un primo anno, aperto a tutti per tutte le facoltà di medicina, seguito poi da uno sbarramento molto selettivo, gestito in maniera alquanto autonoma dai singoli atenei, così come accade in Francia. I nuovi criteri di selezione verranno redatti con precisione entro luglio, conterà molto "la preparazione e la motivazione" degli aspiranti medici.

Ma cosa ha spinto la Giannini a questa iniziativa di abolire il numero chiuso?

Oltre alla dubbia veridicità di alcuni quesiti, il motivo è da ricercarsi nel sempre più consistente numero di studenti che scelgono di andare in Albania e in Romania per studiare e nell'anticipazione dei test in primavera, che serviva sì ad allinearsi con gli altri Paesi, ma che non permetteva agli studenti di studiare adeguatamente le materie classiche che servono alla maturità.



Addio quindi ai test ed a tutte quelle domande a crocette, dall'anno 2015/2016 le cose cambiano, anche se quest'anno buona parte dei candidati ha comunque dovuto studiare per i test avvenuti ad aprile e al contempo ha dovuto prepararsi per gli esami di maturità.

Le intenzioni del Ministro Giannini sono state accolte a gran voce dalle associazioni studentesche, ma sono comunque sorte dispute e proteste per un probabile sovraffollamento delle aule.