I Giganti di Monte Prama non sono solo statue a tutto tondo di guerrieri nuragici ma riflettono la vita di un'antica civiltà nuragica: in assenza di testi letterari, Bobore, Larentu, Efis, Cabillu, Compoidori e Segundu, visitabili nel Museo Civico "Giovanni Marongiu" di Cabras lasciano una importante testimonianza storica, sociale e economica della Sardegna.
Non è difficile notare che i pugilatori Bobore, Larentu e Efis, gli arcieri Cabillu e Compoidori e il guerriero Segundu, rappresentano in scala i bronzetti nuragici, con dettagli che costituiscono l'impronta di una civiltà forte e sopraffina. Ritrovati nell'area di una necropoli, su 41 ritrovamenti 6 erano donne. Durante il primo scavo si erano potuti recuperare solo corredi funerari ceramici e una sola tomba con una collana, ma non ricollegabile al sesso del defunto. Le tombe, tutte inviolate, si trovavano nel terreno privato di Sisinnio Poddi, primo a segnalare i ritrovamenti portati alla luce dal suo trattore: portati nel centro di restauro di Li Punti a Sassari (oggi chiuso) per assemblarli, non hanno dato notizia sui defunti a cui facevano da guardia Bobore, Larentu e Efis, Cabillu e Compoidori e guerriero Segundu.
Ogni Gigante è completamente smontabile nel caso in cui si dovessero ritrovare le parti mancanti: è, infatti, di pochi giorni fa la scoperta di un nuovo Gigante, presumibilmente un pugilatore, riconoscibile dal braccio inclinato e sollevato mentre sorregge una calotta che funge da scudo, con protezioni decorate a lisca di pesce, come Efis, il Gigante dagli occhi creati da due cerchi, l'uno interno all'altro. Efis è il Gigante con il viso più marcato, torso nudo e sporporzionato rispetto al resto del corpo vestito da un frack con la famosa coda; le orecchie sono in vista, naso e sopracciglia segnate come probabilmente erano quelle dell'uomo nuragico.
Le protezioni di Efis sono simili a quelle dell'arciere, che indossa gli schinieri, una faretra, una spada, una targhetta nel torso con tunica rettangolare, e una sorta di pinocchietti aderenti fino alle ginocchia, grosse e robuste. Il braccio destro è piegato a novanta gradi per tenere l'arco: l'impugnatura con le dita al di fuori permette maggiore scioglievolezza nella presa. Anche Cabillu e Compoidori hanno protezioni sul braccio, in cui ritorna il motivo della lisca di pesce, ma è il viso di Compoidori che cattura l'attenzione: ricorda la maschera della Sartiglia.
Solo Secundu, il guerriero, non mostra il suo volto né il torso, ma i piccoli fori fanno pensare a un'armatura; le braccia sono all'infuori, le gambe vigorose, non certo proporzionato nel corpo come Dodore, ma ancora affascinante nell'immaginazione di un suo possibile abbigliamento. Un pò come il nuovo ritrovamento di un nuovo Gigante, al quale ancora si attende di dare nome.
I Giganti di Monte Prama: i loro nomi
Bobore, Larentu e Efis sono pugilatori; Cabillu e Compoidori arcieri, Segundu è un guerriero. I sei Giganti, statue a tutto tondo di circa 2,10 m, sono ora esposte nel Museo civico "Giovanni Marongiu" di Cabras, un tempo si pensa collocate sopra 31 lastre di arenaria, che ricoprivano altrettanti pozzetti, sepolture in cui il defunto veniva calato rannicchiato. Non è chiaro se i Giganti guardassero verso la città di Tharros, di Cabras o se si guardassero tra loro in coppia, ma è un fatto incontestabile che la necropoli, risalente al VIII secolo a. C., costituisca un'importante testimonianza per la conoscenza di una civiltà che non ha lasciato scritti.Non è difficile notare che i pugilatori Bobore, Larentu e Efis, gli arcieri Cabillu e Compoidori e il guerriero Segundu, rappresentano in scala i bronzetti nuragici, con dettagli che costituiscono l'impronta di una civiltà forte e sopraffina. Ritrovati nell'area di una necropoli, su 41 ritrovamenti 6 erano donne. Durante il primo scavo si erano potuti recuperare solo corredi funerari ceramici e una sola tomba con una collana, ma non ricollegabile al sesso del defunto. Le tombe, tutte inviolate, si trovavano nel terreno privato di Sisinnio Poddi, primo a segnalare i ritrovamenti portati alla luce dal suo trattore: portati nel centro di restauro di Li Punti a Sassari (oggi chiuso) per assemblarli, non hanno dato notizia sui defunti a cui facevano da guardia Bobore, Larentu e Efis, Cabillu e Compoidori e guerriero Segundu.
Ogni Gigante è completamente smontabile nel caso in cui si dovessero ritrovare le parti mancanti: è, infatti, di pochi giorni fa la scoperta di un nuovo Gigante, presumibilmente un pugilatore, riconoscibile dal braccio inclinato e sollevato mentre sorregge una calotta che funge da scudo, con protezioni decorate a lisca di pesce, come Efis, il Gigante dagli occhi creati da due cerchi, l'uno interno all'altro. Efis è il Gigante con il viso più marcato, torso nudo e sporporzionato rispetto al resto del corpo vestito da un frack con la famosa coda; le orecchie sono in vista, naso e sopracciglia segnate come probabilmente erano quelle dell'uomo nuragico.
Le protezioni di Efis sono simili a quelle dell'arciere, che indossa gli schinieri, una faretra, una spada, una targhetta nel torso con tunica rettangolare, e una sorta di pinocchietti aderenti fino alle ginocchia, grosse e robuste. Il braccio destro è piegato a novanta gradi per tenere l'arco: l'impugnatura con le dita al di fuori permette maggiore scioglievolezza nella presa. Anche Cabillu e Compoidori hanno protezioni sul braccio, in cui ritorna il motivo della lisca di pesce, ma è il viso di Compoidori che cattura l'attenzione: ricorda la maschera della Sartiglia.
Solo Secundu, il guerriero, non mostra il suo volto né il torso, ma i piccoli fori fanno pensare a un'armatura; le braccia sono all'infuori, le gambe vigorose, non certo proporzionato nel corpo come Dodore, ma ancora affascinante nell'immaginazione di un suo possibile abbigliamento. Un pò come il nuovo ritrovamento di un nuovo Gigante, al quale ancora si attende di dare nome.
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