245 immagini in bianco e nero, fotografate dal fotografo documentario Sebastiao Salgado si possono ancora ammirare, ma solo fino al 2 novembre al Palazzo della Ragione a Milano. La mostra, inauguratasi il 27 giugno 2014, si inserisce nell'ambito delle manifestazioni che il Comune di Milano organizzerà per l'Expo 2015, e getta un campanello d'allarme sull'integrità del nostro pianeta, la cui incomparabile bellezza è messa in serio pericolo dai fenomeni storico- politici che tutti conosciamo e dall'ignavia delle nazioni. Sebastiao Salgado è un grande fotografo documentario e appassionato di antropologia.

Le foto che lui ha scattato e che si possono ammirare sono il risultato di lunghi soggiorni nei luoghi sperduti del pianeta ed in particolare in Africa, in Amazzonia e sul Circolo Polare Artico, con scatti da brivido e di una incomparabile bellezza. Vederle nella esposizione curata dalla moglie Lelia Wanick Salgado e nelle cinque sezioni ( Il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, L'Africa, Il grande Nord, L'Amazzonia e il Pantanal )è un po' come regalare ai nostri occhi un viaggio intorno al mondo e all'interno di quelle etnie che rappresentano un elemento di diversità della specie umana destinate alla totale scomparsa negli inarrestabili processi di globalizzazione. Si possono ammirare ad esempio foto dedicate al popolo degli Zo'è, uno sparuto gruppo di indios brasiliani relegati in una riserva di 6.250 mq.

La caratteristica di queste donne e uomini bellissimi è il poturn, una sorta di bastone di legno a forma di tronco di cono che viene installato sin dall'età di sette anni nel labbro inferiore. E' un popolo mite che vive prevalentemente di caccia e di pesca, si nutrono anche di carne di scimmia e durante le cerimonie si cospargono il corpo di rosso con il frutto dell'urucum.

Salgado si è avventurato nel cuore dell'Amazzonia per scattare di questo popolo immagini meravigliose, seduti e distesi tra grandi foglie di palma.

Se si volesse rimanere nell'ambito delle specificità antropologiche potremmo citare le donne mursi e surma. Queste, come gli uomini, presentanodischi labiali del diametro di dieci centimetri.

Vivono inEtiopia, nel Parco Nazionale del Mago e di esse sono visibili foto scattate nel 2007. Si possono ammirare le re d'orchidea. E i popoli nomadi della Siberia. Ovviamente accanto alle specificità antropologiche ci sono le donne yali, che hanno attaccate al collo, per scendere poi sulle spalle, grandi sacche realizzate con fibre di orchidea. Presenti sono anche scatti su animali che costituiscono una rarità assoluta, come il garca bianco, l'airone bianco, con apertura alare di 90 cm, o l'airone cocoi, specie comune nel Pantanal, o le lontre giganti e i giaguari. Questi sono stati fotografati sulle rive del Taquario, nella zona di Porto Jofre, Paro Nazionale Encontra dos Agnas, Mato Grosso, Brasile 2011.

Si raccomanda la visita di questa mostra a tutti ma in particolare agli studenti. Il costo del biglietto è di 10 euro, e di cinque quello ridotto. La pubblicazione che si può comprare è un libro fotografico dove il lettore troverà spiegazioni per ogni scatto effettuato, una sorta di diario fotografico per i cinque luoghi ritratti. Ricordiamo inoltre che col ricavato di tali iniziative i due coniugi hanno fondato una associazione che è riuscita a comprare aree deforestizzate ai margini della foresta amazzonica su cui sono stati impiantati nuovi alberi e che ora sono state recuperate alla natura.