La mostra Ives Klein Lucio Fontana, Milano Parigi 1957-1962, inaugurata il 22 ottobre e aperta sino al 15 marzo presso il Museo del Novecento, ha davvero questo effetto, può sollevarci e condurci per mano verso le regioni dello spirito. Infatti tra le opere esposte in mostra c'è un ex voto dedicato da Klein a Santa Rita da Cascia, in cui sono conservati in tre contenitori tre pigmenti, il rosa, l'azzurro e l'oro (Pigmento puro, foglia d'oro, lingotti d'oro e manoscritto in teca di plexiglas Casca). Santa Rita è una santa cui va la devozione di Klein, e questo pittore, spinto nella ricerca del pigmento perfetto e dell'azzurro giottesco che aveva visto nei suoi viaggi in Italia, riprodurrà in molte opere questo colore.

Ma la mostra ha un altro scopo, ricostruire il reciproco intersecarsi del lavoro di Yves Klein e Lucio Fontana in quel rapporto di amicizia e sodalizio che nacque probabilmente nel gennaio 1957 in occasione di una prima personale di monocromi blu tenuta alla Galleria Apollinaire di Milano da Yves Klein.

Visitare questa mostra è stupefacente per molte ragioni, ma principalmente per l'opera installata nell'ultima sala dell'Arengario, quella con le pareti di cristallo che guardano direttamente sulla facciata del Duomo. Viene infatti riproposta la grande installazione di Pigment pur che era stata presentata nel maggio 1957 alla Galleria Colette Allendy di Parigi. 'Il Pigmento puro, esposto per terra, diventava un dipinto da pavimento e non più da parete, lo strumento per fissarlo era così il più immateriale possibile, vale a dire la stessa forza di attrazione che non alterava i singoli grani di pigmento, come fanno inevitabilmente l'olio, la colla e anche il mio particolare fissativo'.

Queste sono le parole con le quali Klein nel 1957 accompagnerà l'opera. Ma arrivare sino all'ultima sala, quella il cui accesso è consentito attraverso una ripida scala ed essere abbacinati dalla luce delle vetrate, e poi guardare in basso e vedere un pavimento tutto blu, di un blu brillante e intenso è davvero uno spettacolo incommensurabile.

Accanto a questo le opere meravigliose che provengono dalla collaborazione tra la Fondazione Lucio Fontana di Milano e gli Archivi Yves Klein di Parigi e prodotta dal Museo del Novecento con Electa. Sfilano davanti agli occhi del visitatore le Veneri Blue (1962) e le Vittorie di Samotracia (1962), le Anthropometrie de l'epoque bleue 1960, i Concetti Spaziali di Lucio Fontana con i suoi tagli ed infine quel Campione olimpico in gesso colorato che esprime con uno sguardo triste il suo commiato alla rassegna.

Superba, maestosa e interiore, questa mostra, meravigliosa ricerca e accurata aggregazione di opere grazie al lavoro scientifico di Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti dell'Università degli Studi Di Milano. Una gioia per gli occhi e per l'anima. La mostra rimarrà aperta sino al 15 marzo. Il biglietto intero costa 10 euro, il ridotto 8 euro.