Su Boldini domenica 1 febbraio la città di Forlì nel complesso del Museo San Domenico inaugura una monografica di dimensioni monumentali. Sarà possibile ammirare ben 240 opere, di cui 34 provenienti da Ferrara, sua città natale, curate da Francesca Dini e Fernando Mazzocca. Che l'attenzione degli ultimi anni si sia posta su Boldini lo comprovano le grandi monografiche realizzate a Como a Villa Olmo, magnifica e lussureggiante visto il contesto, quella più piccola ma preziosa terminata questo 18 gennaio al Gammanzoni di Milano dal titolo Boldini Parisien d'Italie, e che raccoglieva opere appartenenti a collezioni private e quella sezione presente nell'ultima mostra dedicata al Liberty dei Musei San Domenico contenente grandi ritratti.

Ora la grande monografica che andrà ad inaugurare il 1 febbraio e che rimarrà aperta sino al 14 giugno possiede una caratteristica. andrà ad aprirsi in concomitanza con un riallestimento al Castello Estense di opere appartenenti alle collezioni di Palazzo Massari chiuso dopo il terremoto del 2012. Ma cosa troviamo in questo portentoso allestimento di Forlì? Ci sono quattro ragioni per recarsi sul posto, e per chi è appassionato di Liberty sono tutte e quattro abbondantemente sufficienti per una visita.

Innanzitutto la mostra dedica una attenzione particolare al secondo periodo di attività dell'artista, quello fiorentino. Il Boldini che opera a stretto contatto con l'ambiente dei Macchiaioli tra il 1864 e il 1870 è quanto mai interessante, e chi ama seguire le opere con un'attenzione particolare all'evoluzione e alla processualità non può non apprezzare tale esposizione.

Altro interesse particolare è la grande produzione grafica dell'artista che attesta un genio e una creatività incessanti. Un aspetto inedito è poi la presenza di un ciclo di dipinti murali prelevati dalla Villa detta la 'Falconiera'. Tale villa di proprietà di una famiglia di inglesi, Falconer, si trova a Collegigliato presso Pistoia e qui tra il 1866 e il 1868 ha lavorato Boldini.

Poi, ma questo è il quarto punto, le opere del periodo parigino messe a confronto con altri artisti italiani attivi nello stesso periodo a Parigi ( De Nittis, Corcos, De Tivoli, Zandomeneghi)

Potremo ben dire che le ragioni per vederla sono innumerevoli, ma ce n'è un'altra, riservata proprio ai più appassionati, ed è quella che il catalogo di tale mostra è abbinabile all'opera realizzata per conto del Museo Boldini di Ferrara.

Una magnifica occasione per entrare nel mondo della Belle Epoque e fare un viaggio indietro nel tempo per godere dei lazzi e dei frizzi del bel mondo. Il biglietto d'ingresso prevede buoni sconto e una spinta a visitare tale esposizione è data dalla bellezza del Museo di San Domenico con un lavoro di restauro capace di restituire alla magnificenza strutture dimenticate e imponenti.