Brera celebra i cinquecento anni dalla morte dell'architetto Donato Bramante (1443/44 -1514) con una mostra di grande appeal. Ma nonostante il Bramante sia noto per le sue opere di architettura, di valore inestimabile perchè realizzate con un linguaggio spaziale del tutto nuovo rispetto alle soluzioni del tardogotico: qui a Brera il visitatore potrà ammirare in particolare la pittura del secondo quattrocento lombardo e potrà capire i livelli di perfezione e novità che le arti figurative raggiunsero in questa epoca storica.

Tutto si incentra sul Bramante, ma non manca un folto gruppo di pittori che ruotavano nella sua cerchia e che seppero trarre lezione dall'opera del maestro.

Così nella mostra si possono ammirare le opere di Vincenzo Foppa ( Il martirio di San Sebastiano 1488; Madonna con il Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista 1485), Ambrogio Bergognone, Bartolomeo Suardi detto il Bramantino e Bernardo Zenale.

Il Bramante incarna il prototipo dell'artista rinascimentale, e come vuole la narrazione storica oltre ad essere un architetto geniale e originale, raggiungerà livelli altissimi anche nella pittura: inoltre è documentato un suo interesse per la cosmografia e per la poesia in volgare. E' dunque il genio rinascimentale per antonomasia, numerosi sono i suoi talenti. Questo lo attesta il Vasari e il suo mecenate Gasparo Ambrogio Visconti che lo definisce 'Hom singulare'.

Per quanto la mostra ci stupisca all'ingresso con i suoi Uomini d'Arme, figure ciclopiche ed imponenti che rientrano negli stilemi di una pittura eroica, la perla della collezione è il 'Cristo alla colonna'(1480-1490). Un Cristo particolare e carico di infinito potere evocativo. Il suo Cristo è un uomo legato ad una colonna, con la testa appoggiata ad una parete decorata con marmi scolpiti e a latere una finestra che mostra un paesaggio da favola.

Ma il suo Cristo è legato. Una corda avvolge il collo e corre sul braccio sinistro che è stretto pesantemente. Lo si vede dalle pieghe della pelle. Ma quel Cristo che il Bramante rappresenta ha uno sguardo singolare. Pur essendo ben consapevole di quello che lo attende, il suo sguardo, di patimento, non denuncia neppure lontanamente rabbia e rancore, quello sguardo spezza i cuori perchè porta con sé una scia di amorevole compassione, e la sua compassione per uomini che lo flagelleranno e lo metteranno in croce è un punto di incommensurabile luce che dà forza e valore a questa opera.

Ci sono le reminiscenze classiche, ma intorno ad esse trionfa quello sguardo, di amore, di un Dio fatto uomo verso quegli uomini che vuole, col suo sacrificio, salvare. Questa è la misura della grandezza del Bramante pittore, aver avuto la capacità di raffigurare uno sguardo che rappresenta come nessun altro il mistero del Dio fatto carne e pronto all'immolazione. La mostra inoltre offre del Bramante altre opere di incommensurabile bellezza, e molte sono le citazioni bramantesche presenti nelle opere degli artisti della sua cerchia, ma certamente quel Cristo alla colonna che gli organizzatori hanno posto al termine di un percorso disseminato di sue opere è la perla nera di uno scrigno di bellezza senza precedenti.

L'anniversario della morte dell'artista è stato ben celebrato dalla Pinacoteca di Brera grazie all'opera degli studiosi guidati da Sandrina Bandera . Ricordiamo che la mostra rimarrà aperta sino al 22 marzo 2015.