"The Endless River" dei leggendari Pink Floyd - uscito il 7 novembre 2014 (vent'anni dopo "The Division Bell") - è l'album in vinile più venduto nel 2014 secondo la BPI britannica, cui seguono "AM" degli Arctic Monkeys e Royal Blood" album omonimo del gruppo. Al quinto posto della classifica di vinili più venduti ritroviamo ancora i Pink Floyd con "The Dark Side of the Moon".
L'album dei Pink Floyd, che ha debuttato in vetta alle classifiche quasi in tutto il mondo, è primo classificato non soltanto nelle vendite di vinili ma anche dei cd, seguito in questo caso da "Songs of Innocence" degli U2 e "Turn Blue" dei Black Keys. "The Endless River" è una magia sonora spuntata fuori durante le registrazioni di "The Division Bell", a cavallo tra il 1993 e il 1994, una sorta di mosaico fatto di suoni che Nick Mason aveva soprannominato "the big spliff", la grande canna, secondo la tradizione lisergica tipica dei Pink Floyd.
L'album composto di 18 brani è uscito il 7 novembre in versione cd, doppio vinile e deluxe box (dvd e contenuti extra inclusi). Ancora prima di uscire nei negozi, le richieste di prevendita su Amazon avevano mandato in tilt l'offerta. Diciotto brani fusi tra loro ininterrottamente in forma di concept.
Per realizzarlo come volevano, Gilmour, Mason e Wright hanno registrato 2.000 sessioni al Britannia Row e all'Astoria Studios: hanno impiegato circa un anno aggiungendo parti nuove, modernizzando la tecnologia degli anni '90. Il flusso continuo cresce man mano che l'uomo ritratto nella copertina dell'album rema e avanza lungo il fiume di nuvole, "il fiume infinito".
Si tratta di brani strumentali, con una piccola grande eccezione: Talkin' Hawkin', che contiene un inserimento di 'parlato' verso la fine.
E' un inno alla comunicazione recitato dal fisico Stephen Hawking. "I maggiori risultati dell'umanità sono stati raggiunti con la comunicazione", dobbiamo "assicurarci di mantenere la comunicazione": questo è il succo del messaggio per il quale i Pink Floyd hanno scelto un portavoce d'eccezione.
L'album, seppure sia composto di 18 brani legati l'uno all'altro, è suddiviso in quattro parti per un totale di 55 minuti di ascolto: nella prima parte, le atmosfere sono prettamente cinematiche, oniriche e si dilatano; la seconda parte è caratterizzata da sonorità ambient e avanguardistiche con accenni tribali; la terza parte è la più lunga dell'album, inizia malinconica per trasformarsi in fusion, in magia evocativa, talvolta tagliente e si chiude con il brano che coinvolge lo scienziato Hawking; la quarta e ultima parte del disco attacca con "Calling" confermando l'ambientazione cinematica e astrale dei Pink Floyd, che sembrano guardare l'umanità dall'alto dei loro suoni, tanto nitidi quanto ariosi, tanto presenti quando impalpabili e imprendibili.
Quest'album strumentale spuntato fuori come un miracolo, che segna quasi cinquanta anni di storia pinkfloydiana, non fa sentire la mancanza di testi cantati; il suono e gli ambienti che emergono da questa leggendaria rock band è sempre troppo più forte delle parole. David Gilmour resta uno dei migliori interpreti della chitarra a sei corde e ascoltare la sua voce carezzevole, profonda e matura accompagnata dalle sue 'mani' è sempre un'emozione indefinibile. Qualcuno lo ha definito un addio solenne, ma vogliamo chiamarlo col suo titolo e con tutto ciò che i Pink Floyd sono stati, sono e saranno: un fiume senza fine.