Luca Ronconi avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 8 marzo, era malato da tempo e si è spento ieri sera al Policlinico di Milano per una polmonite. Grande uomo di teatro, con una lunga teoria di regie dalla prosa alla lirica, in passato direttore dello Stabile di Torino e di Roma, per oltre un decennio direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano, ha lavorato fino all'ultimo, curando con il rigore che sempre l'ha contraddistinto l'ultima pièce come fosse la prima. Sulla scena il regista nato a Susa, in Tunisia, ma formatosi a Roma e divenuto milanese d'adozione, ha portato tutta la storia della letteratura universale, dalla tradizione classica del teatro greco ai grandi poemi rinascimentali, senza dimenticare Shakespeare, i drammaturghi del nord Europa, gli autori mitteleuropei, il siglo de oro, il teatro dello smarrimento identitario di Pirandello, Cechov, le voci più sperimentali, l'avanguardia più spinta.

Come ultima rappresentazione, dopo la 'Celestina' dell'anno scorso, ha scelto un'opera scritta da Stefano Massini, giovane talento della scrittura drammatica, già presentata con successo a Parigi: si tratta di Lehman Trilogy, un testo corposo diviso originariamente in tre capitoli ('Tre fratelli', 'Padri e figli' e 'L'immortale') che Ronconi ha scelto di ricomporre e frammentare in due parti. È la saga lunga un secolo e mezzo di una famiglia ebrea dedita agli affari commerciali e alla finanza che, dalla Baviera, tenta l'avventura oltreoceano, ma il sogno americano ha la natura cangiante di una pietra opalescente ed espone gli uomini che ne subiscono il fascino a repentini rovesci di fortuna. Espressione di un teatro della parola che molto deve alla letteratura, riflessione sul significato delle radici e sulla precarietà di ogni umana condizione, affaccio sulla dimensione finanziaria dell'esistenza e la sua arroganza tentacolare, la Trilogia dei Lehman è la storia di un fallimento e del conflitto tra inevitabilità del cambiamento e dell'alterità e la resistenza dei collanti identitari, in questo caso la lingua yiddish e gli episodi biblici che tengono insieme, più dell'affetto, un'intera famiglia. L'opera ha debuttato al Teatro Grassi, a Milano, lo scorso 29 gennaio e sarà in programma fino al prossimo 15 marzo. Un'occasione d'incontro con il grande teatro e il modo migliore per salutare, per l'ultima volta, Luca Ronconi.