1960- 1990. Trent'anni o poco più, il periodo più florido, ricco di successi per il rock statunitense. Spesso però fama e gloria non sono sinonimi di vita felice. Un trentennio durante il quale le incomprensioni, la sofferenza, un rapporto infelice e mai sbocciato, la rabbia, i fallimenti personali e il rimpianto devastano la mente anche a chi accarezza il successo, condizionando il resto della sua esistenza. E' quanto successo a Tim e Jeff Buckley. Due colossi del vecchio rock a stelle e strisce; un padre, un figlio, uniti dalla musica, musica che per loro sarà un rifugio dai problemi personali, entrambi uniti da un beffardo destino, non essere andati d'accordo con il loro rispettivo padre.

Tim e Jeff divisi dal conflitto, da una simbiosi mai trovata, né tantomeno minimamente sfiorata. Vite parallele, artistiche e private, che non si sono mai incrociate, unite però da un tragico epilogo, la morte prematura per entrambi, ciliegina amara sulla torta di una vita vissuta nella piena tormenta. La melodia, le dolci note e parole di "I Never Asked to Be Your Mountain", "Once I Was" di Tim, Grace e Halleluyah di Jeff, i loro capolavori per antonomasia, non sono riuscite ad evitare il dramma che il cammino terreno ha presentato a loro. Un diario, scoperto da Tim, oggetto di lettura, analisi e riflessione. Non solo il vissuto, ma oltre la loro storia si cerca di andare. Questa l'interpretazione, un po' fantasiosa sfoggiata da Francesco Meoni in "Once I was", interessante spettacolo teatrale che ha debuttato prima di Natale e, da quattro giorni, esattamente dal 24 febbraio, in replica fino a domani, domenica 01 marzo, al Teatro Spazio Uno di Roma, nel cuore di Trastevere.

Sentimenti, ricordi, rimorsi, il dolore per un rapporto mancato. Il tutto accompagnato da poesia e musica grazie alle performance messe in mostra da un cast di giovani musicisti, bravissimi a sfoggiare al meglio i pezzi da 90' di due uomini, tanto sbandati nella vita, ma brillanti nella musica, seguiti e di successo. Un cast che presenta Vincenzo Marti, voce e chitarra, Toni Mancuso, tromba e trombone soprano, Luca Figliuoli alla chitarra, al basso Alberto Caneva e Rocco Teora alla batteria.

Francesco Meoni, il protagonista numero uno di questo spettacolo si cimenta nell'interpretazione canora di Tim Buckley. Tim e Jeff; una vita artistica "macchiata" dal dramma e che non li ha salvati dal precipizio buio, cieco e senza possibilità di ritorno.