Una minoranza etnica, di un popolo senza patria, vive, in conseguenza all'avanzata di una banda di tagliagole, una vicenda emblematica, nella sua tragicità: la minoranza è quella degli yazidi, il popolo è quello curdo, i tagliagole sono i mercenari dell'Isis. Un gruppo di yazidi abbandona Shingal, città iraqena che assume il nome proprio da quella montagna su cui hanno trovatorifugio il gruppo di yazidi. Essendo rimasti senza cibo né acqua, tre uomini, di questo gruppo, partono alla ricerca di quel che serve alle loro famiglie per sopravvivere,non avendo conoscenza del fatto che, nel frattempo, è stato creato un corridoio attraverso il quale, quelle famiglie di fuggiaschi, sono riparate in Kurdistan.

Così le famiglie si spezzano, le mogli e i bambini rimangono in attesa degli uomini, adattandosi alla vita del campo. Il regista, Hakar Abdulqadir, raccontando queste vicende, racconta quanto lui stesso ha vissuto da bambino (8 anni), a seguito della campagna di Saddam Hussein contro i curdi, campagna che ha provocato la fuga di milioni di curdi verso Turchia e Iran e lo smembramento di molte famiglie, come quella del regista. Lui, dopo molto tempo, ha ritrovato i propri genitori. Havibon è il racconto delle lacerazioni di queste famiglie, e della speranza del ricongiungimento.Situazione comune a quella di molti curdi. Il popolo curdo è composto da 35 a 40 milioni di individui sparsi in Iran, Iraq, Siria e Turchia.

Non esiste uno stato kurdo unitario. Durante la guerra tra Iran e Iraq spesso dei curdi hanno dovuto combattere, gli uni contro gli altri su fronti opposti, pur appartenendo allo stesso popolo.Il bambino morto annegato, con madre e fratello, appartiene a Kobane, città curda, martire nella lotta al Califfato.Il nome usato dai giornali per indicare quel bimbo è Aylan.Ma la zia ha corretto il tutto dicendo che il suo nome è Alan. Alan in curdo significa Sole!Questo, almeno, è quel che mi raccontavano degli amici curdi, che han dato lo stesso nome al loro figlio!