Sono passati nove anni dalla morte di Oriana Fallacieora la regione Toscana le dedica la sala giornalisti del Consiglio regionale, accanto alla sala delle conferenze stampa dedicata a Indro Montanelli. In programma, oggi 15 settembre, c'è uno spettacolo di musica e danzapresso il cimitero evangelico agli Allori di Firenze, dove la giornalista è sepolta. Si tratta di un evento che apre la rassegna culturale "Don't cry", a cura della Fondazione pubbliche assistenze/Humanitas, del Comitato consorziale delle Chiese evangeliche e Nuovi Eventi Musicali in collaborazione con Kaos Balletto di Toscana.

I due appuntamenti sono stati presentati dal presidente dell'AssembleaEugenio Giani, dal presidente dell'AstSandro Bennuccie del presidente del cimitero degli alloriFrancesca Paoletti.

Oriana Fallaci e Indro Montanelli, come ha sottolineato Giani, sono state due figure importanti idealmente vicine: le due stanze sono infatti comunicanti. Egli ha poi sottolineato il compito di dover dedicare una strada della sua città alla Fallaci, per dare un riconoscimento tangibile alla sua persona.

Un'altra iniziativa è stata promossa dal "Comitato Oriana Fallaci" di Marco Cordone e prevede la lettura di alcuni passi de "La rabbia e l'orgoglio" (chiaro ennesimo monito contro il fondamentalismo islamico) a Faenza.

Cordone, inoltre, proporrà ai sindaci toscani di dare il nome della Fallaci a una via o a una piazza del loro comune.

La visione lungimirante

Eugenio Giani ha proprio definito come 'visione lungimirante' l'intuizione rivelatasi esatta di Oriana Fallaci. In tempi decisamente non sospetti, la giornalista, attraverso libri e articoli, aveva messo in guardia l'intero Occidente dal pericolo del fondamentalismo islamico ma, soprattutto agli inizi, non era stata creduta o addirittura derisa.

Le sue posizioni sono sempre state parecchio dure ed estreme, per questo si era inimicata molte persone e personalità della cultura. Ma il tempo le ha dato ragione e situazioni come quella dell'Isis ne sono un esempio reale. Per questo motivo è giusto celebrare Oriana Fallaci, per la sua scrittura e soprattutto per il suo impegno civile.

La sua attività dal fronte cominciò nel 1967 durante la guerra del Vietnam, dando il via alla figura dell'"inviato speciale" in Italia. Si è sempre distinta per il suo coraggio e per la tenacia, riuscì a porre domande scomode a personaggi di importanza mondiale come Yasser Arafat, Muammar Gheddafi e l’Imam Khomein, arrivando a togliersi il velo in sua presenza (atto proibito alle donne nei Paesi di regime islamico). Parallelamente si è sempre dedicata alla scrittura, pubblicando libri che hanno riscosso enorme successo come "Lettera a un bambino mai nato" e "Un Uomo". Con l'episodio dell'11 settembre, il mondoapre gli occhi sulle raccomandazioni della Fallaci, la quale continuò la sua battaglia contro il fondamentalismo islamico dichiarando la fine dell'Occidente stesso. Gravemente malata di cancro, muore a Firenze nel 2006.