Carlo Pepi non ha mancato di alzare la sua protesta anche sulla vicenda legata alla vendita all’asta del famoso “Nudo rosso” di Modigliani, battuto alla cifra record di 170 milioni di dollari (pari a 158 milioni di euro) a novembre 2015 dalla casa d’aste Crhistie’s a New York e finito in Cina, nelle mani di un magnate di Shangai, che in pochi minuti si è aggiudicato l’opera, il cui nome originale è “Nu couché”.

 

Storia e presente di un capolavoro

Nel 1917, Modigliani realizzò una serie di nudi per il mercante d'Arte moderna Leopold Zborowski: tra questi vi era il Nudo Rosso. Da Zborowski, il quadro è passato successivamente per varie mani e è arrivato in Italia prima nella collezione di Cesarina e Riccardo Guarino, a Torino, e poi in quella di Gianni Mattioli, che nel 1949 lo comprò per circa 5 milioni di lire. “Con la sua morte – sostiene Pepi – l’opera è passata alla figlia, che lo ha prestato al Guggenheim di Venezia e da lì è finito a New York, ove è andato all'asta per poi sparire definitivamente dall'Italia, tra il disinteresse generale ed in particolare di coloro che sono preposti alla salvaguardia del nostro patrimonio artistico.

E’ una grande vergogna”. Come è stato possibile che il Nudo Rosso sia uscito dall’Italia? Due interrogazioni parlamentari e l’appello a Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nel governo Renzi, non sono serviti a chiarire la vicenda, e intanto un capolavoro dell’arte moderna è già un ricordo per il Belpaese.