Un quarto di milione di dollari, o se preferite $250.000. Questa è la cifra che Taylor Swift ha deciso di donare a Kesha, due giorni dopo la sentenza di un giudice che ha dato torto alla cantante di 'Tik Tok', nella causa intentata contro il produttore Dr. Luke.

Kesha aveva accusato Dr. Luke, con il quale aveva firmato un contratto nel 2005, di aver abusato di lei sessualmente ed emotivamente. Per questo motivo, la cantante aveva richiesto un'ingiunzione che le permettesse di fare musica staccandosi da Dr. Luke. Attualmente, infatti, i due sono legati da un contratto per la produzione di sei album.

"Per dimostrarle il suo supporto, Taylor Swift ha donato $250.000 a Kesha, per aiutarla economicamente durante questo periodo difficile", ha scritto un rappresentante della Swift, secondo quanto riporta Rolling Stone.

La Swift non è l'unica cantante che si è schierata dalla parte di Kesha: da Janelle Monae a Kelly Clarkson, passando per Lady Gaga e Demi Lovato, sono molte le icone della musica mondiale ad averle espresso tutta la loro solidarietà.

Kesha, il cui vero nome è Kesha Rose Sebert, si è rivolta al tribunale di Los Angeles per la prima volta nel 2014, affermando che Lukasz Gottwald (il vero nome di Dr. Luke) l'aveva convinta ad abbandonare la sua famiglia a Nashville, appena diciottenne, per seguire il sogno di una carriera da pop star.

"Negli ultimi dieci anni", si legge nelle carte presentate dalla cantante al tribunale, "Dr. Luke ha abusato sessualmente, fisicamente, verbalmente ed emotivamente" della cantante, "al punto in cui la signora Sebert ha quasi perso la vita".

Secondo Kesha e i suoi legali, Dr. Luke avrebbe minacciato l'artista di distruggere la sua vita e quella della sua famiglia, nel caso in cui questa avesse deciso di parlare pubblicamente degli abusi subiti.

Dr. Luke, dal canto suo, si è difeso affermando di non aver mai commesso alcun abuso e che Kasha sarebbe stata convinta dai suoi manager a rompere il loro contratto di esclusiva, minacciando altrimenti di rovinare la sua reputazione.