Come recita lo slogan di locandina, "l'attesa è stata pesante"."Kung Fu Panda 3"(USA, 2016)arriva nelle sale, dopoun surreale antipasto di polemiche. Ma nemmeno il teatro dell'assurdo rovina il sapore irresistibile di questa storia. Davanti al maxischermo, a grandi e piccini sono garantite le risate. E le lacrime.
In una Cina abitata da animali parlanti, si dibattono questioni filosofiche su cosa sia il "vero sé" e sull'energia che percorre tutti i viventi. La guida è sempre lui, l'amatissimo panda Po, che sembrerebbe perfettamente soddisfatto della propria posizione di Guerriero Dragone.
Ma - lo ammonisce il maestro Shifu - "se non fai più di quello che sai fare, non sarai mai più di quello che sei". Cosa resta da imparare a Po? Ed è possibile essere più di quel che si è?
Il terzo capitolo di 'Kung Fu Panda'
Kai, tornato dal Mondo degli Spiriti, è il defunto compagno d'armi del maestro Oogway, fondatore del Tempio di Giada. Il suo scopo è vendicarsi del saggio, la cui fama ha oscurato la sua. Tornando fra i vivi, Kai intende impossessarsi del "ch'i" (= energia vitale) di ogni maestro di kung fu. I suoi obiettivi principali sono Shifu, i Cinque Cicloni e - naturalmente - il Guerriero Dragone.
Quest'ultimo, lo spensierato Po, si trova a dover sostituire il maestro ormai ritiratosi.
I suoi risultati come insegnante sono disastrosi. Ma Shifu lo rassicura, a suo modo: "Non devo trasformare te in me. Devo trasformare te in te".
Nel frattempo, al villaggio dove il panda vive col padre-oca, arriva uno sconosciuto. L'evidente somiglianza lo fa riconoscere come il genitore biologico di Po, in viaggio per ritrovare il "Piccolo Loto" scomparso da neonato.
Per il padre adottivo, sembra arrivato il momento del tramonto.
Il lieto evento viene disturbato dall'avanzata di Kai. Solo un "maestro del ch'i" potrebbe fermarlo. Un antico manoscritto attribuisce questa qualifica ai panda del Villaggio Segreto da cui proviene il padre di Po.
Per lui, è l'occasione non solo di salvare la Cina, ma di ritrovare se stesso a partire dal passo più elementare: il proprio DNA.
Solo in mezzo ai suoi simili, il panda potrà essere panda fino in fondo, al limite delle proprie potenzialità.
Anche il padre biologico e quello adottivo hanno però bisogno di crescere. Entrambi hanno mentito a Po per tenerlo legato a sé. Ma, in un momento di suprema crisi d'identità, il giovane pandaha bisogno di entrambi i suoi papà.
La filosofia
"Kung fu Panda 3" è un godibile compendio di Taoismo. La favola introduce anche i più piccoli al raffinato concetto di "ch'i". Attraverso il viaggio di formazione di Po, viene mostrato cosa significhi "liberarsi delle false immagini di sé" e "scoprire la propria vera natura".
Una volta che Po vive solo di se stesso e dell'energia vitale che gli è propria, non hanno più senso i dilemmi che l'hanno torturato fino a quel momento.
"Sono il figlio di un panda? Il figlio di un'oca? Sono un insegnante? Sono tutti questi. Io sono il Guerriero Dragone".
Un "maestro del ch'i" è colui che è interamente consapevole dell'energia che scorre in lui e in tutti i viventi. Può sconfiggere Kai, perché, al contrario di lui, ha compreso che quel genere di forza è intrinseca a un essere: non può essergli semplicemente "rubata".
La fine del viaggio coincide con l'inizio, con le radici. Ma liberarsi gli occhi per veder questo non è semplice come dirlo. Nel frattempo, si possono amare i buoni panda per quel che sono: un'irresistibile carica di arti marziali, golosità e tenerezza.