Ritorna il “Commissario Livia” con le sue indagini. In questa seconda storia Livia dovrà scontrarsi con il suo passato, le sue ombre, la sua storia e la sua vita, quasi imprescindibile da quella dell'autrice, Silvestra Sorbera. Anche questo romanzo come i precedenti (Vita da sfollati", "Sicilia", "La guerra di Piera" e la raccolta di racconti) è stato pubblicato con "LazyBook". In questa seconda indagine il commissario di Porto Scogliera (un paesino immaginario della Sicilia), non avrà a che fare con un omicidio ma con la scomparsa di bue bambine.
La trama
Due bambine scomparse, una a Porto Scogliera e una a Picanelloed il passato che torna nella vita del commissario Livia. Il lettore, seguendo la protagonista alle prese con le indagini, entrerà ache nella sua vita privata e scoprirà quanto spesso il destino crei delle trama inspiegabili. Livia non è il "solito" commissario. Dimenticate le varie Scalise e Corti di Distretto di Polizia e dimenticate Montalbano, dimenticate anche il Colonello Spada della fiction Romanzo Siciliano. Anche Livia è siciliana, vive e lavora a Porto Scogliera, un immaginario paesino della costa sicula, è una donna molto spicciola, sbrigativa, sembra che abbia alzato muri attorno a se. Ha delle certezze, delle persone che stima e delle quali non può fare a meno, come il suo vice Angelo Spagnoli.
Non è la classica donna multi-tasking: scuoce la pasta, non ama i fiori e la sua casa sembra un campo di battaglia. Viene spesso guardata male dai suoi concittadini ma lei va avanti lo stesso. In questo romanzo la vita di Livia e dei protagonisti della storia, si intrecciano mirabilmente fino a realizzare una commedia dell'equivoco degna della migliore scuola letteraria siciliana.
Nel romanzo il tema cardine è la maternità, quella naturale e quella surrogata. La fecondazione assistita eterologa, i viaggi della speranza in Spagna e la perdita di un bambino. La sparizione della due bambini protagoniste, Anthea e Camelia, oltre che ad essere legate dal nome, scelto dal grande libro dei fiori, hanno in comune anche un 'padre', un donatore di sperma.
Ecco cosa racconta l'autrice in questa intervista.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova indagine? Livia è cambiata?
Livia è sempre la stessa, o meglio, in questa seconda indagine deve fare i conti con il suo passato, con una parte dolorosa della sua vita che, ovviamente, l'ha cambiata. Forse in peggio, forse in meglio, sicuramente permane la sua schiettezza, la sua rapidità, l'essere spartana e pratica, senza fronzoli, disordinata e spesso troppo poco riflessiva.
Torniamo al 'caso'. Aveva già annunciato “niente morti” e allora di cosa si occupa Livia?
Di fiori.
Sta scherzando?
No, di fiori, quelli che mettiamo sul balcone, e quelli che devono ancora sbocciare alla vita, i bambini. Ci sono molti bambini in questa storia, scomparsi, rubati, bimbi che non ci sono più.
E poi si gioca molto sull'equivoco, come nella prima storia.
Si parla di maternità quindi? Come si inserisce il diventare mamma in un giallo?
La maternità è un tema che lega tutto il romanzo. La maternità 'mancata' quella di Livia, la maternità e paternità negata e fortemente voluta dai protagonisti 'adulti' del romanzo e poi Angelo, il vice di Livia che diventa papà per la quinta volta. Il giallo inizia dalla nascita di due 'fiori', per l'appunto, che per varie coincidenze sono legati dallo stesso desiderio di vita dei loro genitori, estranei ma anch'essi legati dal filo rosso, dall'ossessione disperata del figlio. Due fiori metaforici che vengono rubati realmente.
Temi forti il desiderio di maternità e le maternità negate, la fecondazione assistita sono argomenti di attualità?
Si certo ma di questi temi parlerò in maniera più approfondita nel prossimo romanzo.
Livia s'innamorerà prima o poi?
Potrebbe. In fin dei conti anche Lady Oscar alla fine s'innamora.