Il Metropolitan Museum a New York ospita dal 7 ottobre fino al 16 gennaio una retrospettiva interamente dedicata al pittore caravaggista Valentin de Boulogne (Coloummiers 1591- Roma 1632). Questo artista necessitava di una sua “personale”, dopo le rassegne artistiche che lo hanno contemplato non singolarmente, da quella romana all’Accademia di Francia (“Caravaggeschi francesi”) a quella parigina (“Valentin et les Caravagescques francais”).

L’esposizione americana è curata da Keith Christiansen, eletto nel 2009 Presidente del Dipartimento di Pittura Europea “John Pope-Hennessy” del Metropolitan, in collaborazione con la studiosa Annick Lemoine.

Il corpus artistico in mostra vanta quarantacinque opere del Valentin e sottolinea la sua poetica affine al naturalismo caravaggesco, ma dotata di una intensità personale che gli conferisce prestigio presso personaggi stimati in ambito artistico, come Cassiano Del Pozzo. Il suo stile raffinato caratterizzato da una vena di intimismo lo fa apprezzare anche nell’ambiente di corte francese. Luigi IV acquista nel 1670 gli “Evangelisti” che viene inserito nella collezione di opere esposte nel Cabinet du Roy.

L’approccio figurativo del Valentin è una commistione di “espressionismo”, inteso nella fisicità dei tratti e nella mimica segnata dei volti e delle posture, e un misticismo sospeso che immerge la scena in un’atmosfera atemporale.

Il senso dell’attesa si colora del calore delle tinte dense, a tratti fosche, che stigmatizzano una realtà, concepita nel suo aspetto “verista”, ma allo stesso tempo trascende in un universo parallelo dominato da ombre delicate e sguardi appena accennati. Il pathos è caricato dalla pennellata avvolgente e dal dinamismo compositivo, che allo stesso tempo è alleggerito da uno moto fuggevole dei corpi raffigurati.

Magistrale la scelta di rappresentare nella sua integrità al Metropolitan l’opera artistica del Valentin, mettendone in risalto, seppure l’eredità caravaggesca pronunciata, un’anima indipendente nella sua affermazione stilistica, che ha temperato questa derivazione con un approccio più intimista, introspettivo nei suoi soggetti.