Icona, termine derivante dal greco eikṓn – ónos, traducibile con “immagine”, e dall’infinito perfetto eikénai “rassomigliare”, “essere simile”. Un termine che, nel corso della storia e a seconda degli ambiti lessicali, ha assunto svariate accezioni, dalla rappresentazione sacra tipica dell’Arte bizantina (poi russa e balcanica) al riferimento grafico di una funzione o di un file informatico, fino all’identificazione di un personaggio reale o immaginario che si pone come particolarmente incisivo nella cultura popolare di un determinate periodo (si pensi ad espressioni quali “icona del rock”, “icona dei film d’azione” ecc).
La fusione di antico e presente
Un termine multisfaccettato, con forti ricadute nel settore dell’arte, della storia passata e del presente che l’artista francese Travis Durden (nome d’arte derivato probabilmente dalla fusione del nome di battesimo di Travis Bickle, protagonista di Taxi Driver, e del cognome di Tyler Durden, celebre personaggio del film Fight Club) ha esplorato realizzando alcune sculture uniche nel loro genere.
Grazie alla tecnologia digitale l’ispirazione creativa ha reinterpretato in finto marmo alcuni classici rinascimentali e successivi presenti al Louvre assemblando le membra dei modelli originali e le teste di alcuni dei volti più noti della saga Star Wars.
Un ibridismo tra eroi e antieroi antichi e moderni che ha riscosso da subito un immediate successo, portando alla Galerie Sakura di Parigi orde di visitatori incantati dalla mostra “Contre Attaque”.
Eroi e antieroi di Guerre Stellari in forme inedite
Ecco allora che il controverso Darth Vader si fonde con la Resurrezione di Cristo dello scultore francese Germain Pilon (1535 – 1590), un soldato imperiale trova un momento di tranquillità dedicandosi alla lettura un po’ come il Germain Poussin scolpito da Pierre Julien (1731 – 1804), un droide innamorato si abbandona allo stesso, potente sentimento descrittto dall’Amore e Psiche di Canova (1757 – 1822), il cacciatore di taglie Boba Fett incontra il Gladiatore Morente di Pierre Julien, il generale Grievous ritrova tutto il pathos del Niobide di James Pradier (1790 – 1852), l’incommensurabile Yoda assume tutta la delicatezza dell’Amore di Antoine-Denis Chaudet (1763 – 1810).
Un’operazione, questa di Travis Durden, che, come esplicita lui nel suo profilo Facebook, scaturisce dal fascino di comprendere l’edificazione di miti e idoli, di riflettere sui processi mentali, sociali e culturali che portano l’essere umano organizzato in società ad eleggere determinate figure come punti di riferimento popolari o addirittura come oggetti del culto divino.