Ha battezzato lo stile del rock & roll italiano, scalfendo i palcoscenici italiani dagli anni sessanta. Cantautore, attore teatrale e regista dalla mente geniale, contraddittoria. Inimitabile il nostro Gaber. Nato a Milano il 25 gennaio 1939. Dalle sue umili origini, impara il valore della vita e apprende che con la sua eleganza d'animo, avrebbe presto conquistato il cuore degli italiani. L'artista, durante l'infanzia, si ammala gravemente, tanto da subire una paralisi parziale alla mano. Proprio grazie a quella terribile malattia. scoprì però l'amore per la sua prima chitarra regalatagli dal padre, affinché potesse stimolare il sistema muscolare della mano.
Da allora la musica divenne il fulcro della sua vita: "Tutta la mia carriera la devo alla mia malattia".
La carriera di Gaber
Il Signor G ha collaborato con personaggi di spessore, come Luigi Tenco, col quale forma il suo primo gruppo musicale. Durante la sua carriera, incontra Ombretta Colli, la quale diventerà successivamente sua moglie. Dalla loro unione nacque Dahlia Deborah, meglio conosciuta come Dalia. Ormai trentenne Gaber, si esibisce molte volte a Sanremo. Incide dischi e si dedica all'attività teatrale. Le sue interpretazioni lo vedono protagonista nel 1974 del Premio Tenco e, nel 1991, ricevette la candidatura al David di Donatello come attore non protagonista. Ebbe modo nelle sue canzoni di esprimere i concetti politici di quel tempo, con grande successo verso il pubblico.
La Fondazione Gaber e le nuove generazioni
Poliedrico, dalla personalità forte, la sua impronta riesce ad influenzare i giovani anche dopo la sua morte, avvenuta nella casa di campagna a Montemagno, nel Capodanno 2003. La Fondazione giorgio gaber, lo ricorda periodicamente con degli eventi in onore alla sua memoria. Oggi 25 gennaio vogliamo ricordarlo così, nell'anniversario della sua nascita: "Per essere di destra non ho il fisico. Ma alla sinistra contesto le irrisolutezze, le promesse mancate e l'incapacità d'imprimere una svolta diversa a una società dominata dal mercato e dal vuoto di ideali".