Tra poco apriranno le porte della prima edizione Tempo di Libri, la nuova Fiera dell’Editoria Italiana voluta dall'Associazione Italiana Editori a Fiera Milano Rho dal 19 al 23 aprile 2017.

Questa prima edizione partirà con l'alfabeto ed avrà come protagoniste le scuole.

Parteciperanno la maggior parte dei colossi dell'editoria e notissimi scrittori, che snobberanno quindi lo storico Salone Internazionale del libro di Torino. Eccezion fatta per Sellerio, Minimunfax e E/O.

A Torino avranno più spazio quindi le giovani case editrici che vogliono far conoscere la loro voce ed i loro autori, ma anche gli autori stessi, che pubblicano in self-publishing.

Ma a quale fiera del libro decideranno di partecipare i lettori? E' auspicabile, ad entrambe.

Ma chi sono i lettori?

Si è portati a pensare che visto che gli Italiani sono un popolo di scrittori, sia anche un popolo di lettori seriali, purtroppo non è così.

Se chiedete a dici persone. Qual è l'ultimo libro che ha letto, credetemi ho fatto la prova io stessa, sette su dieci di quelle stesse persone che il minuto prima si beavano di aver pubblicato in self un romanzo, vi guarderanno con lo sguardo di un gatto abbagliato dai fari.

Il self-publishing produce ottimi scrittori che cercano di farsi conoscere, ma può produrre anche tanti disastri letterari, quindi il lettore medio è più portato a comprare libri di autori pubblicati dalle grandi Case Editrici, tralasciando il fatto che le piccole Case Editrici sfornano ottimi romanzi.

E' il caso della Dark Zone, che nasce come associazione culturale per trasformarsi in Casa Editrice, creata da Francesca Pace, talentuosa e carismatica scrittrice, in cui mi sono imbattuta nel 2015 al Pisa Book Festival.

Come tutti immagino, sono stata attratta in prima battuta dagli stimoli visivi, dal logo e dalle copertine, per niente banali e ben studiate, tanto dallo spingermi ad acquistare alla Festa dell'Unicorno a Vinci, un disegno fatto dalla bravissima grafica che si occupa delle copertine dei Libri editati Dark Zone.

Si percepiva professionalità e dedizione alla buona lettura.

Non vi nascondo che ho inviato un mio manoscritto nella speranza di una pubblicazione.

Girando fra i vari stand del Pisa Book Festival si sentiva l'amore e la forza vitale venire dagli scrittori pronti a presentarsi, mentre per contraltare si percepiva il distacco e l'obbligatorietà dei librai seduti dietro i loro stand con gli occhi puntati sul telefonino in attesa che la folla scemasse per poter tornare a casa.

Spero che la decisione delle grandi Case Editrici di affrancarsi dallo storico Salone Internazionale del libro di Torino non vada a discapito di un settore che sta già patendo l'involuzione culturale italiana.