Aspettavamo questo nuovo film dell'Archibugi che ha sempre avuto un tocco delicato nel rapporto tra i ragazzi e gli adulti. "Gli sdraiati" - tratto dall'omonimo libro di Michele Serra, Feltrinelli - è in realtà un'opera filmica abbastanza dissimile dal libro. Lo sceneggiatore Francesco Piccolo ha allargato la struttura del testo gonfiandolo di altre storie.
C'è Gustavo Selva (Claudio Bisio) un anchorman televisivo di grosso successo che è separato con la moglie Livia (Sandra Ceccarelli) ed, in mezzo all'ex coppia (?), c'è il figlio 17enne dei due, Tito (Gaddo Bacchini), un ragazzo che vive a scavalco tra i genitori, perso nel suo gruppo di amici e nelle abitudini di ogni ragazzo della sua età.
Dalla separazione con la moglie, Gustavo vive con un senso dell'abbandono addosso e l'adolescente sembra lui: non è più riuscito a ricostruirsi un rapporto con una donna ed il colmo lo raggiunge quando una sua ex fiamma Rosalba (Antonia Truppo) si scopre essere la madre della prima ragazza di Tito.
Inserto di tragedia greca con tutte le sue stimmate? Intanto la narrazione va avanti con Gustavo che cinge d'assedio in un impeto comunicativo il figlio cercando di sapere cosa fa, chi frequenta, come ogni padre di questo tempo liquido.
Il nuovo rapporto padri-figli
Tito sta crescendo e mal sopporta le attenzioni di un padre sempre in cerca di notizie sulla madre che sembra lo abbia lasciato per le troppe scappatelle.
Il ragazzo sbotta e quando la ragazzina sembra allontanarsi, ha un incidente grave a scuola cadendo da un tetto. E' cambiato il rapporto tra padri e figli: non c'è più spazio per il rinnovo della tradizione familiare - la classica gita al Colle Tasca - ma appare chiaro - dopo una terapia familiare che Tito soffra il regime di doppie regole genitoriali e Gustavo l'autismo comportamentale del figlio.
Come risolvere questo bailamme che condiziona anche la vita relazionale di Gustavo, mentre il nonno materno Pinin, un grande Cochi Ponzoni, e gli altri amici gli consigliano di non stressarlo? Non c'è soluzione. Forse l'unica strada per ricomporre un minimo di rapporto tra due mondo inconciliabili - sembra dire la Archibugi - è l'ascolto delle ragioni dell'altro.
Tito soffre la non comunicazione tra i genitori, Gustavo vorrebbe che il figlio capisse che quando due si lasciano forse le colpe non sono tutte da una parte. Forse bisogna solo camminare un po' assieme e guardare le cose dalla sommità di un monte familiare.