Abbiamo intervistato Aldo Di Vita, fotoreporter palermitano, artista della macchina fotografica e uomo di grande spessore umano. Ecco cosa ci ha rivelato della sua arte, ma anche della sua vita.
L'intervista
Chi è Aldo Di Vita?
Sono una persona che ama la vita e che va alla ricerca della sua essenza, in un continuo viaggio fra l'arte e Dio.
Qual è la tua storia professionale?
È una storia molto travagliata, come ogni siciliano costretto a lasciare la propria terra in cerca di futuro, ma da uomo di buona volontà sono riuscito a lottare per una mia dignità, ho fatto molti lavori e ho imparato molti mestieri.
Oggi il mio bagaglio professionale è molto vasto, e spazia dalla meccanica all'elettronica, da barman a chef, ecc.
Che ruolo ha la fotografia nella tua vita?
Oggi la fotografia per me rappresenta, oltre la grande passione, anche un punto fermo come professione, ma soprattutto la massima ispirazione artistica e la continua ricerca nel tempo e nei suoi attimi fuggenti della vita, nei suoi vari aspetti, o ancora, un modo per comunicare tematiche sociali.
Da quanto tempo ti occupi di fotografia?
Ho cominciato questa mia avventura all'età di cinquantadue anni, esattamente nel 2007: un po' tardi, ma ho avuto la possibilità di acquisire esperienza come video-amatore, realizzando degli splendidi video in giro per l'Italia.
Naturalmente, attratto sempre dall'amore per l'arte.
Se potessi "immortalare" un attimo passato della tua vita con una foto, quale sceglieresti?
Il ricordo più bello della mia vita è il giorno in cui mi sono sposato con la mia compagna, suggellando il nostro amore col matrimonio in chiesa come si faceva una volta: sono passati quarantuno anni da quel giorno, ma l'immagine di quel giorno è rimasta impressa nella mia memoria e ci rimarrà per sempre.
Ricordi un particolare scatto che ti ha lasciato "senza fiato" o che ti ha particolarmente emozionato?
Lo scatto che mi ha letteralmente dato un "pugno allo stomaco", a tal punto da lasciarmi senza fiato, l'ho fatto in una giornata d'estate, nei pressi della costa Sud di Romagnolo di Palermo: rappresenta un gabbiano poggiato sullo pneumatico di un camion che vola a metà tra la sabbia, le bottiglie di plastica e le immondizie di ogni genere.
L'ho intitolato "La Palermo infelicissima” ed è inserito nel profilo di una mia pagina Facebook.
Se potessi scegliere una parola che ti contraddistingue per la tua esperienza di vita, quale sceglieresti?
Un uomo in continuo viaggio nel suo tempo e, come tutti gli esseri viventi, un'opera incompiuta.