E' stato un primo maggio a dir poco intenso dal punto di vista emotivo quello di Nitro Wilson. Probabilmente non lo si era mai visto pubblicamente come lo si è potuto osservare durante le numerose interviste concesse subito dopo il live di qualche giorno fa: emozionato, a tratti commosso, confuso ed ancora palesemente ubriaco di adrenalina, il rapper vicentino non ha fatto assolutamente nulla per cercare di mascherare il suo stato d'animo.

Un Primo Maggio impegnativo ed emozionante per Nitro Wilson

L'autore di 'No Comment' si è posto con estrema sincerità ed umanità davanti ai numerosi intervistatori con i quali si è trovato per forza di cose a dover parlare, subito dopo la fine della sua performance.

Ancora visibilmente emozionato, Nitro ha insistito fortemente – ed in maniera coerente con quanto dichiarato in tante altre occasioni – su alcuni concetti chiave di quello che ormai potrebbe essere tranquillamente definito come 'il Nitro Pensiero', come ad esempio il superamento della categorizzazione musicale standard – secondo Nitro esistono sostanzialmente due generi di musica, quella bella e quella brutta – ed i ragionamenti relativi alla 'bolla del rap e dei social network'.

Le lacrime, il concerto e la bolla del rap

Queste le parole del rapper vicentino, che si è commosso durante un'intervista concessa alla SIAE:

'Ero molto emozionato, mi è un po' dispiaciuto, ma è normale. C'è un'intensità molto forte, per un tempo molto ridotto (Nitro si riferisce al fatto che il tempo sul placo per gli artisti durante il concertone è limitato generalmente a tre o quattro canzoni, ndr) [...] E' una cosa intensa, ora che me lo chiedi sto pensando a tutti gli anni passati a stare malissimo, a credere in una cosa in cui non credeva nessuno.

Sono contento, è come vedere una bella fotografia che non sbiadisce mai, rimarrà sempre fisso nella mia testa questo attimo. [...] Purtroppo io non sono mai soddisfatto, non c'è mai una fine, c'è sempre un nuovo inizio. Ho tre dischi all'attivo, ma ho appena iniziato a giocare. Il primo disco l'ho fatto a 18 anni, ero un bambino'.

Successivamente il rapper ha parlato dello stato di salute del rap italiano, queste le sue parole:

'Lo stato di salute del rap? Se parliamo di produttività e di quanto sia eterogenea la scena è uno dei momenti migliori, ma c'è una bolla molto grande che si sta formando e prima o poi scoppierà, non solo nel rap, nella musica, nel mondo.

Questa cosa dei social sta sfuggendo di mano: se io domani prendo un ragazzino carino, gli scrivo una canzone, gli compro un milione di views, vai tranquillo che domani ne parlano tutte le testate. Non va bene così. [...] La strada giusta è voler fare musica bella e non rompere il c***o agli altri.