L’influenza della Pompei antica sul contemporaneo è il tema centrale dello studio compiuto dall’artista tedesca Catrin Huber, su manufatti rinvenuti tra le città archeologiche di Pompei ed Ercolano. Un lavoro frutto di un progetto interdisciplinare, arrivato alla sua fase conclusiva e denominato Expanded Interiors che verrà presentato al pubblico, venerdì 13 luglio, nel sito archeologico di Pompei.
In particolare, l’artista della Newcastle University ha indagato la relazione tra la pittura e gli spazi nel mondo romano concentrandosi sulle pitture parietali e gli oggetti emersi dalle ceneri di entrambi i siti Unesco (Pompei ed Ercolano) reinterpretandoli in chiave contemporanea.
Il vernissage si terrà il 13 luglio, come già anticipato, nella casa del Criptoportico alla presenza di Catrin Huber e del direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, ma la mostra sarà aperta al pubblico dal 14 luglio 2018 al 15 gennaio del 2019.
Sulle orme di Amedeo Maiuri
Per l’intervento Expanded Interiors (sostenuto dal Parco Archeologico di Ercolano, Herculaneum Conservation Project, New Castle University, Arts and Humanities Research Council, Art Editions North) Catrin Huber si è focalizzata su due luoghi specifici: la Casa del Bel Cortile di Ercolano e la Casa del Criptoportico di Pompei. Entrambi luoghi furono molto cari all’archeologo Amedeo Maiuri, sulla scia delle cui celebrazioni si inserisce l’azione sostenuta dai diversi istituti di ricerca.
La casa del Bel Cortile di Ercolano è stata al centro delle manifestazioni allestite per i 90 anni intercorsi dagli scavi diretti da Amedeo Maiuri, iniziati nel 1927 e conclusi nel 1961.
Gli scavi della casa pompeiana del Criptoportico, nota per il rinvenimento dei quattro calchi rannicchiati nel giardino della stessa, furono avviati da Vittorio Spinazzola tra il 1911 e il 1919 e successivamente diretti da Amedeo Maiuri tra il 1927 ed il 1929.
Situata in via dell’Abbondanza, la Casa del Criptoportico deve la sua denominazione alla presenza, al di sotto dell’ampio giardino quadrangolare, di un lussuoso criptoportico con grandi finestre, sul quale si aprivano una stanza di soggiorno (oecus) e quattro ambienti termali coperti da volte originariamente decorate in fine stucco.
Particolare interessante: le ali del criptoportico erano affrescate con un ciclo pittorico ispirato a episodi dell’Iliade di Omero.
Entrambe le abitazioni sono dotate di spazi peculiari con caratteristiche fisiche contrastanti e decorazioni che riflettono il modo in cui i diversi spazi venivano utilizzati. L’intento dell’artista tedesca è proprio quello di sviluppare un’installazione nella Casa del Criptoportico che possa dialogare e rispondere all’unicità della sua struttura. Un’azione in cui gli spazi dell’antico consentiranno la realizzazione di installazioni differenti, ma allo stesso tempo collegate un processo di osmosi tra storia e decorazioni.