I Cine days sono ormai terminati. L’iniziativa prevedeva, da lunedì primo aprile a giovedì 4 aprile, il costo del biglietto d’ingresso a soli 3 euro per tutti i film e in varie multisala aderenti. I Cine days hanno dato ulteriore slancio a un film che in effetti non ne aveva grande bisogno: Dumbo, di tim Burton.

Dumbo, infatti, è un film capace di volare da solo. Vuoi perché è un classico Disney, vuoi perché è stato riscritto da un regista che è una garanzia: Tim Burton, capace di proporre, in chiave gotica, i più disparati personaggi ora del mondo fiabesco, ora del mondo dei fumetti, ora inventati ex novo.

Come non ricordare i due Batman, Edward mani di forbici, Nightmare Before Christmas, La fabbrica di cioccolato, Alice in the wonderland? Giusto per citare qualche suo successo.

Nei 4 giorni di Cine Days, il dolce elefantino dalle grandi orecchie è riuscito a non perdere quota, grazie ad altri 340.256 euro di incassi dell'ultimo giorno e una media di 542, pur registrando un fisiologico calo del 9% rispetto all’esordio di giovedì scorso. Per un incasso totale che dopo una settimana ammonta a 4.867.836 euro.

Segue, molto distaccato, il supereroe sui generis dal nome di una nota app: Shazam!, con 200.238 euro. Chiude il podio A un Metro da Te, che incassa 119mila euro, per un totale di 3.178.833 euro complessivi.

Molto indietro, solo al quinto posto, la pellicola che vede come attori protagonisti due grandi attori come Mel Gibson e Sean Penn, ossia Il Professore e il Pazzo, con 38mila euro e un totale di 911mila euro.

Ma vediamo la trama e la recensione di Dumbo.

Dumbo, la trama

La seconda guerra mondiale è finalmente finita e Holt Farrier (Colin Farrell) ritorna a casa, al circo, dove lavorava come addestratore di cavalli.

Ha perso il braccio sinistro, e, soprattutto, sua moglie, morta per una terribile influenza che ha decimato anche la compagnia circense. Ad aspettarlo però ci sono i due figli. I quali, quando lo vedono gravemente provato, hanno inizialmente un attimo di esitazione nel salutarlo.

Il direttore del circo, Maximilian Medici (Danny De Vito), gli spiega che le cose non stanno andando bene, e che la speranza è un cucciolo di elefante che di lì a poco una elefantessa, da poco acquistata, sta per partorire.

Tuttavia, quando la mammifera partorisce, si scopre che l’elefantino ha delle strane orecchie giganti, tanto che Medici vuole i soldi indietro credendo in una truffa. Quelle grosse orecchie rispecchiano il desiderio di libertà della madre.

I due figli di Holt si affezionano però all’elefantino, che oltre ad avere due grandi orecchie, ha anche due grandi occhioni azzurri dolci. I due scoprono che l’elefantino sa volare, se stuzzicato da una piuma.

Medici così vede subito un fenomeno da baraccone con cui fare soldi. Finché al circo non arriva un impresario, Vandevere (Michael Keaton), che decide di comprare tutta la compagnia per portarla al suo regno incantato: Dreamland. In realtà, però, i suoi scopi sono ben altri.

Dumbo recensione

Il Circo e il Cinema. Un connubio che sovente ha regalato dei capolavori. Si pensi a Il Circo, di Charlie Chaplin, Freak, di Tod Browning, Dumbo, cartone animato Disney, La strada, di Federico Fellini.

Tim Burton è alla sua ventiseiesima pellicola. E dopo aver riscritto a suo modo la favola di Alice quasi 10 anni prima, decide di ridipingere col suo pennello naif anche un altro classico: proprio Dumbo. Ambientato in un circo.

Per farlo, oltre che alla ormai inevitabile computer grafica per creare il mitico elefante, si affida a due attori che ha esaltato nei due ruoli forse per loro meglio riusciti in carriera: Michael Keaton, a cui affidò il costume dark di Batman e a cui ora fa vestire i panni dell’impresario senza scrupoli Vandevere, e Danny De Vito, che fu proprio il nemico di Batman nel secondo episodio, il buffo Penguin.

Mentre qui è il bislacco Max Medici, padrone del circo.

Peraltro, Michael Keaton torna nel ruolo di un imprenditore pronto a trasformare una modesta attività in oro, come accadde in The Founder, dove interpretava Ray Kroc, colui che ha fondato l’impero dei fast food McDonald’s, sottraendo il business ai due fratelli che lo avevano fondato e trasformandolo nella realtà che è oggi.

Colin Farrel è invece Holt Ferrier, che aiuterà Dumbo nella sua impresa. Mentre Eva Green, che interpreta l'acrobata Colette Marchant, dona al film il giusto charme femminile.

Il risultato finale non delude le attese. Una fiaba a lieto fine, ma che non manca di difficoltà e momenti drammatici. Che fa conoscere un classico Disney di quasi ottanta anni fa ai più piccoli.

Non disdegnando però l’attenzione dei bambini di ieri, che resteranno ammaliati da quella storia così nostalgica, raccontata col fare misterioso e mai banale di Tim Burton.

Perché le favole Disney non presentano mai storie facili. Figuriamoci se poi a raccontarle è il regista nato a Burbank.

Oltre che per l'ambientazione circense, il film rievoca verso il finale proprio un capolavoro citato ad inizio paragrafo: Freak. Perchè i personaggi del circo sanno far ben divertire il pubblico. Ma non si risparmiano quando è venuto il momento di ribellarsi. Soprattutto quando il mondo là fuori si prende gioco di loro.