Nella 35^ Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia il 3 e 4 settembre è stato proiettato Gas Station della casertana Olga Torrico, cortometraggio che si è distinto per un'inedita miscela di contenuti onirici e aspetti vulcanici sotto il segno di un'appassionata ricerca interiore.
L'opera, presentata in prima visione mondiale, è un corto che in pochi minuti sa assestare la descrizione della vicenda di una ragazza che lavora come benzinaia, avendo messo da parte anni prima il suo flauto per un improvviso blocco prima di un concerto.
Le sinfonie perdute gorgogliano, però, nell'intimo sommessamente e affiorano in sogni ricorrenti, come quello del sommozzatore che scende nelle profondità marine (o dell'inconscio) per cercare qualcosa che non trova.
Lo sguardo di Alice, la protagonista, sulla realtà è invaso dalla luce di Santa Venerina, il luogo in cui si trova il distributore di benzina, ma risente di un tumulto interiore fatto di nugoli introspettivi da decifrare. Irrompe il bisogno di riscattare il passato non vissuto, quindi sensazioni, emozioni e risonanze esplodono come fuochi e lapilli etnei per dire che, forse, la vera benzina della vita di Alice è la musica.
Un cortometraggio ultimato durante il lockdown
Il corto è stato scandito da varie fasi di lavorazione e l'ultima parte della realizzazione è maturata nel periodo dell'emergenza Covid. I linguaggi filmici utilizzati sono diversi con parti girate in 35 mm e immagini tratte da archivi privati dell'Autrice e dalla collezione "Prelinger" acquisita dalla Biblioteca Nazionale statunitense. Memorie, visioni, riflessività, sono saldamente agganciate e si avvicendano nella corsa metaforica attraverso il tunnel della scelta. Sarà decisivo per Alice l'incontro con il suo insegnante di Musica che la ricondurrà al punto nascente della sua vocazione abbagliato dalle incrostazioni delle paure sopravvenute. Alla fine la ragazza terrà con sé il suo flauto, non se ne sbarazzerà vendendolo come aveva pensato di fare.
Il corto è interpretato dalla stessa Torrico, da Gabriele Zapparata e dal palermitano Claudio Collovà nel ruolo del professore. "Questa figura - spiega la regista - permette ad Alice di riconnettersi con se stessa superando il trauma ed il blocco paralizzante vissuto quando era bambina. La riconciliazione con l'essenza più schietta e la ricostruzione delle ambizioni non sono, però, volutamente mostrate lasciando aperto un finale di possibilità di scelta, le stesse che possono aver accompagnato la protagonista verso l'attività alle pompe di benzina". Il punto focale del film è il superamento dell'ostacolo, il discioglimento di snodi interiori non abbastanza esplorati e definiti nella consapevolezza del potenziale creativo.
Interessante è anche il confronto fra autore e personaggio, Olga Torrico aggiunge: "Il procedimento è stato lungo, anche frammentato, ma, in qualche modo, il movimento della formulazione inventiva del personaggio era speculare al lavoro che facevo su me stessa per lasciare andare insicurezze e limiti che avevo affrontato sul set. Il mio soggetto era risultato vincitore del bando Extended Cinecampus, ma i tempi assegnati per la realizzazione erano piuttosto stretti, condizioni che hanno determinato in me una certa apprensione".
Gas Station assegna, a ogni modo, alla musica una funzione liberatoria e di arricchimento personale appoggiata ad un flusso di emozioni che plasmano la storia, ne dettano il ritmo. Il cortometraggio sarà presto disponibile su Rai Cinema Channel.