Questo lunedì 5 dicembre alle ore 17 al Museo Venanzio Crocetti di Roma verrà presentato il libro/documentario di Donatella Baglivo intitolato "Accadde in moviola" (Protos Edizioni), che racconta una passione smisurata per il Cinema e le immagini, la vocazione e l'impegno professionale di una vita.

Regista, montatrice, scrittrice, Baglivo ha intrapreso una lunga carriera con la Rai per la produzione di film e rassegne documentaristiche. Tra le più note serie televisive si ricordano "Storie e leggende dei nostri castelli" e le altre dedicate alle biografie dei grandi miti di Hollywood da James Dean a Marlon Brando, Frank Capra, Clark Gable, Rita Hayworth, Marylin Monroe.

Svariate sono state anche le videointerviste che ha realizzato nel corso degli anni con attori e cineasti italiani come Claudia Cardinale, Monica Vitti, Paolo Villaggio e Pupi Avati.

Un profondo interesse artistico è poi maturato per l'opera del regista russo, esule in Italia, Andrey Tarkovsky divenuto per l'autrice un maestro e del quale afferma: "Mi spiegava il senso del ritmo, del montaggio, dell'inquadratura, l'importanza del colore, il rapporto con il bianco e il nero. Ero assetata di sapere".

Tarkovsky: un poeta nel cinema

A Tarkovsky, Donatella Baglivo ha dedicato il documentario intitolato "Un poeta nel Cinema" scandito da domande, risposte, riflessioni del cineasta russo che ha punteggiato la storia della cinematografia.

E' il regista di "Solaris" e "L'infanzia di Ivan" con cui vinse nel 1962 il Leone d'oro di Venezia in un ex aequo con "Cronaca Familiare" di Valerio Zurlini.

Tarkovsky sosteneva che sono poeti gli autori che non tentano di riprodurre le situazioni ma che creano un loro mondo, offrono visioni originali restando fedeli a se stessi.

La forza motrice della filmografia tarkovskyana è data dalla ricerca, dalla decantazione di idee che danno luce all'essenza spirituale dell'uomo. Anche l'arte è un velivolo dello spirito, mentre ad un interrogativo sulla scienza, il regista russo rispondeva: "Siamo una civiltà ai limiti della distruzione atomica a causa del divario fra progresso tecnologico e progresso spirituale".

Donatella Baglivo precisa: "Avevo la sensazione di parlare con un vecchio saggio. Dopo il nostro incontro ho iniziato a cercare di più nel mio lavoro, cercavo la poesia, la bellezza, la magia, la storia, cercavo di trasmettere qualcosa che restasse nell'animo dello spettatore. Con Andrey capii anche che il montaggio è la cosa più importante del nostro mestiere. Mentre stai montando un film, tu diventi l'anima, il cuore di quella pellicola che hai nelle mani, la puoi distruggere o far vivere per l'eternità".