Il saggio di Fabio Galimberti "Il Principe Nero, Don Giovanni un sogno femminile" edito da Mimesis, è da adesso disponibile nella versione in audiolibro.

Il testo riesplora la leggenda del libertino più celebre di tutti i tempi restituendo, come afferma l'autore, psicoanalista lacaniano, un'idea innovativa e chiara ribaltante il modo in cui la figura del grande seduttore, nata nella sua prima versione nel 1616 dalla penna del frate spagnolo Tirso De Molina, è stata intesa per quattro secoli. Fabio Galimberti, citando Jacques Lacan, precisa: 'Don Giovanni è un fantasma femminile, non va preso al pari di un individuo reale, non si può psicoanalizzare, non è il soggetto di un caso clinico.

In quanto protagonista di una fantasia femminile va considerato per le tante domande che apre, ossia: come mai è conosciuto come il seduttore per eccellenza? Che cosa rappresenta per una donna e per un uomo? Perchè è un sogno femminile e non un incubo?'

Le risonanze del libro parlato

La lettura dell'audiolibro è affidata a Claudio Carini, attore, fondatore del Centro di Produzione Teatrale Fontemaggiore di Perugia ed editore di "Recitar Leggendo Audiolibri" insieme all'attrice Laura Pierantoni. La tessitura vocale di Carini, densa e accentuata nel pathos, s'intona alla scrittura di Galimberti in forma simbiotica. Le parole dell'autore del libro, psicoterapeuta, non s'allacciano ad un lessico settoriale e categorizzante, appannaggio degli specialisti, ma s'impregnano di una vibrazione fortemente letteraria, corrono sulla narrazione del mito dongiovannesco trasformando, in parte, il saggio che resta incardinato alla congruenza e completezza degli asserti teorici, in un romanzo.

Il libro può, dunque, essere compreso da tutti, anche dai non addetti ai lavori.

Le dissertazioni dotte, divertite, realistiche e pungenti di Fabio Galimberti trovano nella voce di Claudio Carini un accompagnamento che ingrandisce le esemplificazioni e le immagini incidendo sull'estetica di una scrittura che poggia su una semantica straripante.

Il saggista francese Roland Barthes scriveva nel volume "L'Ovvio e l'Ottuso": "L'ascolto parla" riferendosi alla teatralità del linguaggio e alle qualità di un ascolto attivo che "circola e scambia, che disgrega, con la sua mobilità, la rete rigida dei ruoli di parola". L'audiolibro assolve così questa funzione "metabolica", di contornare le parole con l'involucro della lettura animata, di far adagiare l'ascoltatore nella ricezione di uno spettacolo sonoro in cui sono, appunto, i suoni e i registri interpretativi ad aggiungere matrici di senso.

Don Giovanni, chi era costui

L'obiettivo lucido e dichiarato del "Burlador de Sevilla" seicentesco è "Prendersi gioco di una donna e lasciarla senza onore". Una burla, una favola crudele che ha marciato impavida nei secoli successivi in tutta l'Europa: in Inghilterra con Byron e Shaw, in Russia con Puskin, in Germania con Grabbe, Lenau, Hoffmann, in Scandinavia con Kierkegaard, in Svizzera con Frish. Le angolazioni romantiche, filosofiche, decadenti del personaggio sono state le più varie: un posto a parte occupano il "Don Giovanni" di Moliere e l'opera di Mozart su libretto di Da Ponte. Fabio Galimberti tocca tutte dunque le maggiori rivisitazioni del mito ma non manca di riferirsi a tanta filmografia e al dialogo più quotidiano con il mondo delle canzoni, da Rino Gaetano a Fabrizio De Andrè passando per un sorprendente Lucio Battisti.

Don Giovanni, ci dice ancora l'Autore, è l'ingannatore più sincero che ci sia ma non è l'incantevole playboy, maestro del corteggiamento che s'innamora e fa innamorare. Il suo trucco è fingere di essere un altro, il marito, il fidanzato, l'amante legittimo, di mascherarsi e di entrare nella camera da letto della preda come un estortore. Chissà, inoltre, se il volersi prendere gioco di una donna e il lasciarla senza onore potrebbero configurarsi nei colpi affilati di una Lilith, di una luna nera che orbita intorno al vituperio di certa rivalità nelle relazioni fra donne? Questo, però, aprirebbe un altro capitolo per ribadire la fecondità della fiaba dongiovannesca intesa come funzione psichica inconscia.

Un fuoriclasse della psiche

L'Hidalgo spagnolo, sottolinea Galimberti, percorre le categorie cliniche senza mai alloggiare stabilmente in esse. Non è Edipo, non passa di donna in donna perchè cerca la madre per prendere il posto del padre. Piuttosto è il "puro maschio" che deruba e svuota la femminilità, la lascia vacante, un guscio vuoto che nell'interiorità resta, però, a disposizione delle stesse donne non più "virilizzate" dalla mentalità patriarcale dell'onore. Paradossalmente diviene l'uomo della soglia di una trasformazione radicale che mette in mano alla donna gli strumenti per trovare un'altra se stessa. Nel mito di "Amore e Psiche" l'amato scompare non appena la bella fanciulla ne vede il volto e ciò ci rivela che a tanta luce corrisponde tanta ombra e che la ricerca dell'amore e della bellezza implica il contatto con le parti oscure, brutte, meschine.

Don Giovanni finisce nelle fiamme dell'inferno per intervento del "Convitato di Pietra", la statua funebre del padre di Donna Anna ucciso in duello (anche se Don Giovanni non avrebbe voluto sfidarlo). La giustizia divina sembra cosi reintegrata ma l'eroe, o forse antieroe glorioso dell'eros, scompare lasciando un'eredità inconscia, un test sul riconoscimento della femminilità. L'audiolibro di "Recitar Leggendo Audiolibri" attraverso la voce di Claudio Carini, e il libro di Mimesis, offrono interessanti ipotesi e risposte. D'altra parte, per dirla ancora in musica leggera con Edoardo Bennato: "Ogni favola è un gioco che si fa con il tempo ed è vera soltanto a metà" e, per terminare con una declinazione al femminile, Dori Ghezzi puntualizza: "Margherita, un amore, una bugia, ali per scappare via. E' soltanto un'illusione affacciata ad un balcone che diventa donna sotto questo cielo".