Si appresta a essere una delle prime pubblicazioni del 2021 il romanzo “Basta un caffè per essere felici” (Garzanti, pag. 176), in uscita il 7 gennaio. Il romanziere è il giapponese Toshikazu Kawaguchi. Sostanzialmente, questa nuova opera cartacea è la seconda che l’autore mette in circolo in ambito letterario. Kawaguchi è arrivato alla scrittura per vie contigue, infatti è principalmente regista e sceneggiatore.
Il suo precedente lavoro letterario – che ha avuto una fortuna notevole – si intitola, “Finché il caffè è caldo”. Quest’ultimo rappresenta quindi il suo inizio nel mondo dei Libri, un esordio tra l’altro premiato come testo vincitore anche al Suginami Drama Festival.
Il romanzo
È una caffetteria singolare quella che Toshikazu Kawaguchi consegna agli occhi curiosi dei suoi fan. L’idea di base è che possa esistere un luogo dove gustare non solo un ottimo e corroborante caffè, ma anche vivere un’esperienza insolita. Tuttavia, così avverte l’autore, in questo bar situato in un paesino perso nelle lande giapponesi, la commistione bevanda straordinaria/esperienza speciale, è raggiungibile solo seguendo alcune regole.
Sono poche, ma bisogna metterle in atto. Insomma, niente di complicato ma bisogna seguirle. Quindi, una volta che si è varcato l’ingresso della caffetteria, dopo aver presentato il proprio tipico saluto che caratterizza la socialità del popolo giapponese, si può ordinare e accomodarsi nell’attesa che arrivi il fumante caffè. A questo punto – quando il cerimonioso barista posa la bevanda fumante – occorre consumare stando ben attenti a non farla raffreddare, pena il fallimento dell’esperienza.
Al pari di una pozione magica, questo caffè rende cosciente l’avventore dei possibili errori che abbia commesso in qualche situazione particolare. È un modo questo, che alla fine vorrebbe dare un minimo di assoluzione a colui che – magari convinto di essere nel giusto in una certa stagione della propria esistenza – si è trovato a dover maneggiare scelte risultate discutibili in seconda battuta.
I protagonisti
Fra i protagonisti c'è Yukio, che non ha mostrato capacità di accudimento nei confronti della propria madre perché troppo preso dai suoi sogni. Poi c'è Gōtaro, che ha allevato una ragazza come figlia ma per pudore non ha le mai veramente dimostrato quanto le voglia bene. C’è poi Katsuki, che ha taciuto una dolorosa verità alla propria fidanzata, non volendo creare una situazione emotiva di difficile gestione; Kiyoshi, invece si sente colpevole per non essere stato capace di dire addio, in maniera sincera, alla moglie.