Matteo Stranieri ha 20 anni ed è nato a Lavagna, in provincia di Genova, nel 2000. Si è diplomato a Liceo Artistico Luzzati, lavora come vigile urbano, studia Filosofia all’Università, ma ha un sogno nel cassetto da realizzare: quello di diventare un cantante professionista. Infatti, da piccolo si cimentava a cantare brani in un inglese inventato proprio da lui stesso. Nel 2018 si è qualificato finalista regionale ad Area Sanremo Tour portando in gara il suo singolo "Sognando luna".Quest’anno ha partecipato alla quarta edizione di All Together Now, programma condotto da Michelle Hunziker su Canale 5, ed è per questo che Blasting News ha deciso di intervistare Matteo per raccontare la sua esperienza in televisione.

L’intervista a Matteo

Parlaci un po’ di te. Com’è nata la passione per la Musica e per il canto?

“La passione per il canto è nata nei primi anni di età e ci sono dei filmati a testimoniarlo. Infatti, all’età di 3 anni prendevo due bastoni e facevo finta di suonare la batteria oppure fingevo che il bastone fosse il microfono e cantavo. Quindi, avevo già un’inclinazione, che poi crescendo è diventata sempre più forte. Poi prendevo tutti i cd che avevo e all’età di 6 anni ascoltavo Battisti in macchina. Pian piano questa passione è diventata sempre più presente, ho iniziato a cantare i primi brani e ora viene in automatico sentire una canzone e darci una mia sfumatura. Comunque, ho girato diverse scuole di canto, ma siccome ero troppo piccolo, non mi volevano perché la voce non era sviluppata e quindi non volevano assumersi la responsabilità.

Ho aspettato verso i 12 anni e da lì ho iniziato a studiare. Ho girato parecchie scuole perché non trovavo mai quella giusta e c’era chi prometteva mari e monti, di tutto e di più”.

Alla fine che è successo? Sei riuscito a trovare gli insegnanti giusti?

“Si, ma non sono convinto che tutti possano cantare ed è brutto dare questa convinzione perché un minimo di base di talento ci vuole altrimenti, non si fa nulla.

Mi ricordo alcuni ragazzi di 14 o 15 anni che volevano fare dei provini di canto e poi li prendevano, anche se in realtà non erano proprio portati, anzi spillavano loro dei soldi e non riuscivano a fare nulla. Mi dispiaceva anche che accadeva questo. È capitato che questi aspiranti cantati facessero serate in piazza con me e vedevo che erano messi lì sul palco, ma facevano anche una brutta figura.

Insomma, ho cambiato scuole regolarmente ed è per quello che non ho avuto un percorso formativo di crescita abbastanza ampio. Ad esempio, Francesco Renga che continuava a dire “devi studiare, devi studiare di più”, ma se uno si trova lì catapultato in quel mondo, non si è mai pronti”.

Perché stai dicendo che non si è mai pronti? Raccontaci!

“Ho avuto un periodo di fermo per il Covid come tutti e sono stato tre anni senza fare niente perché se alcuni erano motivati e ispirati, io non riuscivo a fare più nulla. Ero chiuso in casa, non avevo più l’ispirazione. Prima facevo molte cover quando studiavo a scuola da bambino e a 18 anni, mi sentivo demotivato. Poi ho visto il film Storie di Modugno e dopo su De André, e mi sono sentito proprio ispirato e la musica di De André nei miei ascolti da buon genovese non più mancare.

Poi ho iniziato a scrivere pezzi miei perché penso che sia l’unico modo per un artista per lasciare un segno nella sua esistenza. Questa mia vena, però non è mai emersa da All Together Now, perché è un programma di cover. Comunque, ora mi sono buttato nel cantautorato e non ho più fatto cover”.

Quindi, come risponderesti a Francesco Renga, uno dei giurati con cui ti sei trovato un po’ più in difficoltà?

“Che c’è tempo per lo studio. Si lo so che mi ha detto “no, perché devi studiare, non c’è la tecnica, non c’è il diaframma ecc...”. Questo è anche per fare show. Io non mi sentivo che ero andato così male rispetto ad altri. Poi ho fatto quattro puntate, direi che è un risultato molto buono perché sono arrivato a metà stagione”.

Qual è il tuo giudizio sulla tua esperienza ad All Together Now?

“Direi positivo perché è un’esperienza unica e ho avuto modo di confrontarmi davvero con dei bravi coach. Poi sono stato seguito, mi hanno anche un po’ coccolato ma è anche vero che bisogna stare sempre con i piedi per terra perché si è nel mondo televisivo e bisogna prendere un po’ tutto con i guanti”.

Alle audizioni hai cantato Grande Amore de Il Volo. Come mai questa scelta?

“Diciamo che il mio personaggio è stato molto costruito sul cantante lirico. Quindi, ero l’unico che faceva quel genere e, infatti, quando sono entrato ho detto “oddio, quindi ho una responsabilità enorme”. È vero perché portavo proprio il bel canto sul palco.

Comunque, penso che in Italia il bel canto si sia un po’ perso, e in passato Bocelli, Pavarotti, Placido Domingo, erano sempre stati dei punti di riferimento importanti. Ho studiato per quattro mesi delle nozioni di lirica e ci tengo a precisarlo perché quel genere non l’ho mai studiato prima di All Together Now. Quindi, quello che facevo io l’ho fatto con sentimento basandomi sulle mie possibilità vocali. Non ho mai avuto tecnica particolare, ho una voce potente e penso di avere delle occasioni nel mondo lirico, ma non ho mai studiato quel genere. Nella performance Grande Amore de Il Volo, c’è stato un errore tecnico perché non sono riuscito a tenere una nota vocale in modo perfetto a causa della saliva.

Ero contento perché pensavo di averla cantata bene, senza nemmeno aver steccato, ma poi mi hanno fatto notare quell’errore. E vabbè s’impara”.

Quale pezzo ti faceva sentire più a tuo agio?

“Nella seconda puntata di All Together Now, ho presentato Il mare calmo della sera di Andrea Bocelli ed è un brano a cui sono affezionato perché l’ho portato in diversi eventi e città, soprattutto a Portofino al teatro Cantero oppure a Natale in piazza. E’ un pezzo che mi ha accompagnato molto durante la mia crescita. A fine esibizione, però, mi hanno detto che non tenevo bene il diaframma. Insomma, le solite cose che dicono anche a scuola “è bravo ma non si applica”. Comunque, mi sono messo in gioco e mi sono divertito.

Non è facile cantare sul palco davanti a 70 milioni di persone, ma amo il rischio e ho provato a farlo. Comunque, anche Tappeto di Fragole dei Modà, è un pezzo che ho sentito molto sulle mie corde e, infatti, la mia interpretazione è stato votato positivamente dalla maggior parte delle persone. Infatti, ero molto più rilassato e tranquillo rispetto agli altri pezzi che mi hanno fatto cantare, perché sono davvero delle responsabilità enormi”.

Qual è stato un tuo limite all’interno del programma?

“Penso che mi sia mancata la grinta giusta e dovevo credere un po’ più in me stesso, perché mi ero un po’ demoralizzato nel vedere che prendevo voti bassi. Credere in se stessi è fondamentale per andare avanti, e in realtà, non ho mai smesso di farlo.

Il mio unico rimorso è stato di non aver fatto più puntate per dimostrare di più di quello che ho dato al pubblico a casa. Per il resto, è andata bene e ho capito che dovevo credere in me stesso al cento per cento”.

Com’è stato il rapporto con i tuoi colleghi di All Together Now?

"Ho legato tantissimo un po’ con tutti perché All Together Now è come una famiglia. Quelli con cui ho legato di più direi Gloria, che ha una bella voce con un timbro importante e poi Vincenzo Cantiello".

Quali sono i tuoi progetti futuri?

"Spero di poter proseguire su strada e di arrivare sempre a più persone. Ora sto scrivendo perché ho in programma di produrre un album e di tentare il provino di Amici".