Gli "zattieri" del Piave sono stati riconosciuti dall'Unesco quale Patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Si chiamavano "zattieri" sono coloro che partivano dai boschi delle montagne venete, viaggiando lungo i fiumi con zattere di legno per arrivare sino a Venezia e portare alla città il prezioso legname essenziale alla vita della città. Un mestiere indispensabile, iniziato verso il '500 e proseguito per l'intera durata della Serenissima.
Gli 'zattieri' erano indispensabili per portare il legno a Venezia
Originariamente Venezia venne costruita su palafitte, ossia su particolari pali di legno che costituiscono le fondamenta della città.
il legno, inoltre, era essenziale per la costruzione e il mantenimento della vasta flotta navale. Una flotta efficiente consentiva alla Repubblica di mantenere e incrementare il proprio traffico commerciale anche con Paesi che richiedevano, per l'epoca, Viaggi a lungo raggio; nonché, ovviamente, per le diverse battaglie navali dei veneziani.
La coltivazione e il taglio del bosco, il trasferimento dei tronchi sino ai fiumi e la cosiddetta fluitazione del legname richiedevano competenze particolari. Per secoli, i paesi delle Dolomiti hanno dato vita ad intere generazioni di persone che costruivano zattere di legno, formate di tronchi legati tra loro e adatte ad affrontare il fiume, per consegnare a Venezia migliaia di tronchi d'albero: circa 300.000 ogni anno.
Le zattere erano condotte da gruppi di persone che le guidavano con remi in legno, e si tramandavano il mestiere di padre in figlio. Esistevano cinque confraternite di "zattieri" e il lavoro veniva svolto a staffetta tra le diverse specializzazioni. Era necessario conoscere bene il fiume, i capricci della corrente, le insidie delle rocce, dei vortici o delle dighe naturali.
Un mestiere faticoso e pericoloso: era sufficiente infatti un acquazzone per rischiare la vita e l'intero viaggio richiedeva vari giorni.
Il museo degli 'zattieri' nel bellunese
A Codissago, nei pressi di Longarone (nel bellunese), esiste il Museo etnografico che riguarda gli "zattieri" del Piave. In esso sono ricostruite la storia e le tradizioni dei paesi degli "zattieri", nonché le varie tecniche di gestione del bosco, costruzione e conduzione delle zattere.
Il museo, che occupa una superficie di 450 metri quadri, ricostruisce altresì la storia della zattera sin dai tempi più antichi ed il suo utilizzo anche in altri Paesi, quali Austria e Francia. Esso evidenzia anche come le zattere fossero occasione per trasportare a Venezia pure altri materiali utili all'economia della città. Il riconoscimento Unesco facilita ora la conoscenza di una cultura tramandata nei secoli.