Riconoscere una canzone ascoltandola solo per pochi secondi è senz'altro possibile. Sarà altrettanto vero con i Libri, semplicemente leggendone l'incipit? Qui di seguito vengono proposte le frasi d'apertura di alcuni tra i più celebri romanzi della letteratura italiana, a voi il compito di riconoscere a quale titolo appartengono. Pronti? Iniziamo.

Uno

- Che fai? - mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio. - Niente, - le risposi, - mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice.

Due

Sotto le rossa mura di Parigi era schierato l'esercito di Francia.

Carlomagno doveva passare in rivista i paladini.

Tre

Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di psico-analisi s'intende, sa dove piazzare l'antipatia che il paziente mi dedica.

Quattro

L'anno moriva, assai dolcemente. Il sole di San Silvestro spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma.

Cinque

Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione.

Le risposte

Sicuri di averle indovinate proprio tutte? In fondo non era affatto impossibile risalire al titolo dell'opera: tutti e cinque gli incipit si riferiscono a romanzi contemporanei che, a scuola o no, vi saranno certamente capitati sotto il naso.

Dunque ecco le soluzioni.

  • Con la frase numero 1 si apre il romanzo di Luigi Pirandello, Uno Nessuno e Centomila, pubblicato nel 1925. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, sta per ricevere l'epifania che cambierà la concezione della vita che aveva avuto fino a quel momento. E tutto inizia con la rivelazione che il suo naso pende leggermente a destra. Tutti lo sapevano, ma lui no, perlomeno fino a quando non glielo fa notare sua moglie. Allora la domanda che ne scaturisce è: chi sono io? Chi sono io per gli altri? Quanti me esistono? Uno? Nessuno? Forse a migliaia! Da diventarci pazzi, e infatti...
  • La frase numero 2 appartiene a Italo Calvino, il libro è del nel 1959 e s'intitola Il cavaliere inesistente. Tra i tanti paladini che Carlomagno sta per passare in rassegna, tutti impeccabili con la loro appariscente armatura, ce n'è uno che oltre l'armatura non possiede proprio altro: neppure un corpo al suo interno! Come può dunque un'armatura vuota parlare, camminare, e combattere addirittura? Ad alimentare l'armatura è l'integrità e la virtù, e quando questi saranno messi in pericolo, il paladino farà di tutto per salvare il proprio onore, in quanto ne va della sua stessa esistenza.
  • Frase numero 3: Chi sarà mai a parlare in modo poco lusinghiero del dottore? Lo scorbutico Zeno Cosini, ovviamente, protagonista de La coscienza di Zeno, romanzo di Italo Svevo pubblicato nel 1923. Il dottore offeso decide di pubblicare l'autobiografia del suo paziente per vendetta, in quando il malato si è sottratto alle sue terapie di psicoanalisi. Ma in fondo Zeno non ha alcun bisogno di tornare dal dottore: lui è guarito! E la guarigione sta nella comprensione che non è lui a essere malato, ma tutti gli altri.
  • A chi potrebbe appartenere quella scrittura così aulica e ricercata? Sicuramente la frase numero 4 è di Gabriele D'Annunzio, con la quale comincia Il Piacere, edito nel 1889. Sotto quel meraviglioso cielo di Roma, Andrea Sperelli, protagonista del romanzo nonché sublime esteta, aspetta la donna amata, rivivendo con la memoria i turbamenti che lo legano a lei: la sua inesorabile rovina inizia così.
  • Infine, la frase numero 5 apre il romanzo di Dino Buzzati il Deserto dei Tartari. Il giovane ufficiale Giovanni Drogo sta per prendere servizio nelle terre del nord, in una fortezza al confine al confine di un deserto. I sogni e le fantasticherie della gioventù lo accompagnano durante il viaggio, l'ingenuo ufficiale non sa che sta per rimanere impigliato in una trappola di disinganni: poi se ne accorge, ed è già vecchio.