L’arrampicata su roccia, conosciuto anche con il termine inglese climbing, nasce come allenamento degli scalatori. Negli ultimi venti anni si è sempre più diffuso come sport indoor. Infatti pullulano nelle nostre città, palestre con pareti attrezzate per praticare questo sport. Un’attività trasversale che viene eseguita da bambini fino a persone di circa 70 anni. E’ uno sport completo, dove tutti i muscoli del corpo vengono coinvolti. Con il passare del tempo, chi pratica questo sport si rende conto che è più utile adottare una strategia mentale piuttosto che la forza fisica per andare avanti sulla parete rocciosa.

Infatti in ogni percorso, ciascuno è portato a prendere decisioni misurate con realismo e con sé stessi e quindi con le proprie reali capacità. Una sfida, dove ci si trova di fronte ad una battaglia di pensiero ed entrano in campo abilità di concentrazione e di pianificazione. Perciò con l’esperienza, si acquisisce la pazienza di ritardare l’inizio della scalata, senza prima avere capito quali primi passi compiere, come fosse un partita di scacchi. Inoltre vengono in aiuto i colori degli appoggi che indicano la difficoltà del percorso da scegliere. Durante gli anni, chi pratica questo sport, con costanza, aumenta la propria autostima, proprio perché nel percorso è obbligato a far leva solo su sé stesso e sulle proprie abilità di soluzione dei problemi.

A mano a mano più si andrà avanti nella scalate più si percepirà una volontà di misurarsi con sfide più grandi. In questo il climbing costituirebbe una metafora della vita. Per questo motivo, l’arrampicata viene consigliata dai psicoterapeuti, a chi sta vivendo un periodo di depressione. Come chiariscono gli psicologi, chi pratica questo sport è talmente immerso e coinvolto nel tempo presente e quindi in ciò che fa, che riesce a mettere da parte le proprie paure e modelli di comportamento e di pensiero negativi.

Infine il climbing aumenta le proprie capacità di gestire la proprie paure, da quelle più irrazionali, istintive a quelle invece legate a quel determinato momento della propria vita.. Quello che conta, spiegano gli psicoterapeuti, il climbing è un mezzo per riconoscere e ‘parlare’ con le proprie emozioni. L’arrampicata , in fondo, non consiste nell’ arrivare alla meta, ma come ci si arriva, affrontando sé stessi per arrivare alla ‘vetta’. Una vetta che diventa, nel tempo, sempre più importante per il proprio equilibrio fisico e psicologico.