van gogh non ha certo bisogno di presentazioni, così com’è ben nota la sua convinzione che praticare la pittura en plein air fosse il modo migliore per assorbire completamente la visione della natura da riportare contestualmente su tela. Ma quello che è stato casualmente scoperto dai curatori del museo d’arte Nelson-Atkins di Kansas City durante una normale operazione di catalogazione ha veramente dell’incredibile e accrescerà, se mai ve ne fosse bisogno, la fama del celebre dipinto.

Addome e torace di una cavalletta immersi nella pittura

Mary Schafer, responsabile della conservazione dei dipinti presenti al Nelson-Atkins Museum of Art, stava esaminando con una lente di ingrandimento un celebre quadro di Van Gogh durante una normale operazione di catalogazione, quando si accorse che dall’olio datato ormai 128 anni, emergeva qualcosa simile a una foglia.

Ma, mimetizzata nei colori marrone e verdi in primo piano del dipinto, la Schafer si accorse che in realtà quella che pareva essere una foglia, erano l’addome e il torace di una cavalletta, finita involontariamente nell’olio della tela durante la sua esecuzione. La studiosa afferma che non è insolito trovare materiale estraneo nelle vernici dei dipinti, ma la scoperta della cavalletta, a distanza di così tanto tempo, collega inevitabilmente chi osserva il quadro con lo stile pittorico di Van Gogh e il momento esatto in cui ha eseguito il lavoro.

Secondo un entomologo la cavalletta morì nel momento in cui toccò la tela

Nel 1885 Van Gogh scrisse una lettera al fratello Theo in cui esaltava il processo e la sfida di dipingere all’aperto, una condizione che, seppure difficoltosa, permetteva al pittore di riportare letteralmente su tela l’ambiente che lo circondava, la brughiera, il vento, le siepi, la sabbia e perfino, alla luce della scoperta, insetti come la sventurata cavalletta.

Michael Engel, un paleo entomologo dell’Università del Kansas, esaminando il ritrovamento ha suggerito che, dal momento che non esiste alcun segno di movimento nell’olio del dipinto, la cavalletta potrebbe essere morta nel momento esatto in cui è caduta sulla tela, rimanendovi imprigionata per sempre.

Il pittore dipinse Gli Ulivi a Saint Remy de Provence nel 1889 e la cavalletta è rimasta nascosta per ben 128 anni, a dispetto dei milioni di visitatori che hanno osservato il quadro senza accorgersi della sua presenza. Nel 1890, a un anno esatto dalla realizzazione del dipinto Alberi di Ulivo dove è stata rinvenuta la cavalletta, Van Gogh si suicidò.