L'atmosfera natalizia si respira nelle case e lungo le strade delle nostre città, l'arrivo del nuovo anno è oramai prossimo e

tutti insieme ci augureremo i buoni propositi brindando e facendo tintinnare i flute nell'aria, niente di più elettrizzante.

Ma ci siamo mai chiesti cosa racconta questo gesto così apotropaico ?

Un brindisi arcaico

Quanta storia e quante persone nei secoli hanno contribuito all'atto di brindare e al suo successo, fino ai giorni nostri.

E' una tradizione che ha radici profonde e lontane. Sin dall'età arcaica , l'atto del brindare era strettamente legato al banchetto e alla convivialità .

Nella Grecia arcaica, i banchetti (simposi) erano introdotti da una libagione (una cerimonia in cui si effettuava lo spargimento del vino, di una bevanda o di un liquido alimentare, quale atto di offerta alla divinità, ad altre entità non terrene o a defunti), in seguito cominciavano i Brindisi, declamando, improvvisando discorsi o versi poetici dedicati ad inneggiare i presenti o le donne amate.

Si girava la coppa verso destra, la parte indicante la fortuna, si beveva e poi si passava la coppa recitando le parole: "Prendi anche tu, la bevanda di Igea " e si beveva alla salute degli altri.

Ereditarono questa consuetudine anche i romani nei loro banchetti per celebrare, la temerarietà militare o un personaggio noto.

Per brindare alla persona amata o corteggiata, Marco Valerio Marziale testimonia che bisognava, invece, vuotare tante coppe una dietro l'altra quante erano le lettere che componevano il nome di lei: "Sette calici a Giustina, a Levina sei ne bevi, quattro a Lida, cinque a Licia, a Ida tre. Col Falerno che versai numerai ogni amica, vien nessuna; dunque, o Sonno, vieni a me".

Famoso è anche il brindisi di Orazio che invitava a levare i calici : "Afferra l'attimo e diffida dal dubbio domani!".

Un brindisi...ed è festa!

In ogni spazio temporale, sotto ogni forma, il brindare è sempre legato ad una bevanda inebriante ed è accompagnata da una massima augurale. Probabilmente l'alzare il flute potrebbe essere nato spontaneamente ad opera di un uomo che estasiato dall'aroma della propria bevanda, sollevò la coppa per ringraziare la terra, il cielo, il sole e la pioggia rendendola così una bevanda sacra e profana, da offrire a chi si ama e per augurare buoni auspici.

Dopo secoli e secoli di brindisi, sul finire del 2017 se ne eseguiranno ancora infiniti, ma i più speciali saranno quelli che si terrano a Capodanno, quando tutti ( anche gli astemi) solleveranno i flute speranzosi, per scongiurare ogni male e augurare un felice futuro attraverso migliaia di bollicine spumeggianti.

E allora alziamo i calici e.... Salute, prosit, Ad Maiora , Cin- Cin a tutti voi!