Una delle realtà tra le più antiche al mondo che ha saputo (ri)convertire la sua identità culturale attraverso la sua capacità resiliente è Matera, ovvero, la città dei Sassi. Un paesino della Lucania, Basilicata, che ha origini millenarie e che si trova in un contesto naturalistico unico al mondo, che ha fatto della sua geomorfologia la rappresentazione vivente di come l’integrazione uomo-architettura-natura abbia stravolto il concetto di turismo esperienziale.
Capitale della cultura 2019
Come è ben noto la storia di Matera è legata alla sua realtà contadina che nei millenni ha visto alternarsi generazioni di uomini e donne vivere, con la presenza di animali, all’interno delle case-grotta.
Una particolarità che ha portato Matera a caratterizzarsi, intorno agli anni ’50, di un primo titolo non proprio nobiliare, ovvero, quello di “vergona nazionale”.
Ma il suo cambiamento parte proprio da questa caratteristica, legata soprattutto alla cultura. Infatti, l’attenzione su questo meraviglioso sito si deve a Carlo Levi che con la sua opera “Cristo si è fermato ad Eboli” descriveva un paesaggio che ricordava uno scenario dell’inferno dantesco.
Da quel momento in poi fu emanata una “Legge speciale per lo sfollamento dei Sassi”, adottata il 17 maggio 1952 al fine di avviare il processo di risanamento dei sassi. Uno sfollamento che ha visto il trasferimento della popolazione dal centro alla periferia e che ha portato alla crescita della città.
Una rigenerazione territoriale e culturale che è stata in grado di garantirle i titoli di Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO nel 1993 e di Capitale della Cultura 2019.
Titoli che dimostrano come il cambiamento possa avvenire a partire da una infrastrutturazione culturale che nasce dalla volontà dei cittadini di mostrare una identità che si trasmette nei secoli.
Ma la realtà di Matera, la cui cultura è legata alla sua peculiarità storica e architettonica è stata messa in risalto soprattutto grazie al cinema. “La Lupa” di Alberto Lattuada del 1953, “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini del 1964, “King David” di Bruce Beresford del 1985, “The Passion” di Mel Gibson del 2004 e il remake dello storico “Ben Hur” di Timur Bekmambetov del 2016, ed altri movies in uscita, dimostrano come anche un territorio possa, nella sua caratteristica naturale, dimostrarsi un elemento fondamentale per i processi di cambiamento.
Un processo che nel rapporto con l’ambiente e il paesaggio ha permesso all’archeologia di mostrare un sito turistico non come un “tempio” da visitare ma come una esperienza da vivere.
Infatti, camminando tra i vari strati della città dei Sassi il concetto di turismo tende a perdersi poiché l’essenza del luogo permea all’interno della coscienza umana dando al visitatore un senso di appartenenza al luogo.
Matera nel diretto contatto del suo paesaggio costruito con la profondità della terra, ha trasformato il concetto di turismo in un co-living di domesticità residenziale. La risultante è un sistema complesso di strutture che portano a una nuova economia, circolare.
La valorizzazione integrata dei beni culturali ed ambientali ha assunto quindi per Matera un ruolo cruciale nello sviluppo di strategie di riqualificazione e cambiamento della città.
Questo perché gli interventi realizzati sono inseriti all’interno di una politica di piano lungimirante che mira a soddisfare i bisogni partendo dalle peculiarità territoriali.
Si può sostenere che Matera aveva già scritto la sua storia sin dal passato immortalandola già in un futuro prossimo pieno di trasformazioni sinergiche. In tale ottica le azioni e i processi avviati mirano a rendere questo luogo naturalistico ancor più unico perché legato al valore umano.
Lo sviluppo di conoscenza ha avviato un processo di resilienza che in futuro può permettere a questa città di dotarsi di nuovi titoli che possano produrre una cultura della rigenerazione urbana unica al mondo.
Matera è l’eccellenza del territorio italiano, una metà turistica di straordinaria importanza in cui si evince come la storia non si mostra come museo a cielo aperto, ma mostra una città resiliente che nel tempo è stata in grado di rinnovarsi riconfigurando il tema dell’abitare nella diversità.
Un paesaggio che si compie in una composizione di tanti “inizi di città”.
Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro ma di sicuro sappiamo che Matera attraverso i suoi cittadini può ottenere titoli ancor più ambiziosi.
A questo punto non ci resta che augurarci di festeggiarla come la prossima European Green City ... la strada è lunga, vero, ma il processo è già avviato.