Rimasto chiuso per oltre 2.000 anni, un sarcofago di notevoli dimensioni è stato ritrovato, da poco, ad Alessandria d'Egitto durante un’ispezione archeologica di routine per la costruzione di un edificio privato. Nessuno sa chi o che cosa ci possa essere al suo interno, almeno non per ora. Nelle prossime settimane, infatti, si procederà con ulteriori studi.

L'enorme sarcofago

Lungo 265 cm, alto 185 cm e ampio 165 cm, è il sarcofago più grande mai ritrovato ad Alessandria d'Egitto. Mostafa Waziri, segretario generale del Concilio Supremo delle Antichità, ha riferito che la tomba giaceva 5 metri sotto terra.

Lo stesso Waziri ha detto ai media che il sarcofago è rimasto chiuso da quando è stato sigillato, oltre 2000 anni fa.

Fatto inconsueto per le tombe egiziane, spesso oggetto di razzia durante i secoli. L'inconsueta preservazione di questo sarcofago potrebbe rivelare scoperte sensazionali.

La testa di alabastro

Una testa di alabastro altamente deteriorata è stata ritrovata insieme al sarcofago. Probabilmente si tratta del proprietario della tomba. Si crede che si tratti di un defunto risalente al primo periodo tolemaico, che iniziò subito dopo la morte di Alessandro Magno, nel 323 d.C.

'Speriamo che questa tomba possa appartenere a uno dei grandi dignitari del periodo’, ha riferito Ayman Ashmawy, uno dei capi degli artefatti dell'antico Egitto al ministero delle antichità, 'la testa di alabastro è probabilmente quella di un uomo nobile di Alessandria.

Quando apriremo il sarcofago, speriamo di trovare all'interno oggetti che sono rimasti intatti, i quali ci aiuteranno ad identificare la persona e il suo ruolo sociale'.

Il piano di recupero

L'11 luglio, Waad Abul-Ela, il capo del settore dei progetti al ministro delle antichità in Egitto, ha rivelato come intendono procedere per il recupero e il trasferimento del sarcofago.

In principio l'area circostante sarà riempita nuovamente per permette al sarcofago di 30 tonnellate di essere alzato con un carro attrezzi con il minimo danno possibile. Se tale azione dovesse essere impedita dal peso dell'oggetto, si svuoterà la buca e si solleverà prima il coperchio, che da solo pesa 15 tonnellate, e in seguito si estrarrà il restante corpo di granito.

La seconda opzione necessita una preparazione notevole e comporta un rischio scientifico maggiore, riferisce Waad Abul-Ela.

Nelle prossime settimane un team di ingegneri e archeologi visiteranno il sito per permettere l'estrazione del sarcofago, per portare finalmente alla luce degli artefatti rimasti intoccati da migliaia di anni.