Stéphane Hessel, autore tedesco naturalizzato francese, in questo conciso e malinconico testo Indignatevi!, pubblicato in Italia nel 2011 dalla casa editrice Add editore, ci invita ad indignarci, a guardarci intorno perché i motivi di indignazione sono leggibili dappertutto, bisogna solo cercarli: ad esempio «il trattamento riservato agli immigrati, ai sans papiers, ai rom». La penna di Hessel parte dagli anni della Seconda Guerra Mondiale vissuti sulla propria pelle – scampando fortunatamente alla morte più volte – e dunque si tratta di una testimonianza autentica.
«Questa vita restituita, bisogna impegnarla» scrive nelle sue memorie, ma il suo impegno politico è sempre stato vivo. La sua analisi lucida – scritta a 93 anni – inizia col ricordare i principi del programma del Consiglio Nazionale della Resistenza francese che prevedeva uno Stato sociale basato sulla centralità dell’essere umano; come indicava il programma «l’interesse generale deve prevalere sull’interesse particolare, «l’equa distribuzione delle ricchezze prodotte dal mondo del lavoro deve prevalere sul potere del denaro».
Resistere alla paura
Il pensiero dell’autore è che bisogna disubbidire ad una società al servizio del denaro e sviluppare creatività e spirito critico. Ciò che ha permesso al nazi-fascismo di insediarsi e travolgere ogni cosa è stata una terribile paura e quindi è necessario, se non obbligatorio, resistere.
«I responsabili politici, economici, intellettuali e la società non devono obbedire, né lasciarsi intimidire dalla dittatura dei mercati finanziari che minacciano la pace e la democrazia». La competizione a oltranza di tutti contro tutti è un’erba cattiva da estirpare dalle radici.
Il rispetto dei diritti
Oggi i motivi per indignarsi possono sembrare labili, meno netti, ma ancora una volta Hessel ci viene incontro con il suo ragionamento individuando due grandi temi: il primo è «l’immenso divario, in continua crescita, fra molto poveri e molto ricchi»; il secondo riguarda invece «i diritti dell’uomo e lo stato del pianeta».
Non è un caso, infatti, che Stéphane Hessel sia stato uno dei redattori della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Comprensione reciproca e pazienza vigile diventano parole-chiave e per superare i conflitti «occorre basarsi sui diritti; e la violazione di questi, non importa per mano di chi, deve provocare la nostra indignazione».
Lo stile scorrevole creerà nel lettore intime riflessioni e, probabilmente, un carico di speranza per affrontare il futuro. «Creare è resistere. Resistere è creare».