Con il continuo aumento dei prezzi del petrolio e con la sempre più veloce riduzione delle riserve mondiali di carburanti di origine fossile, la ricerca di fonti alternative di energia ha avuto, negli ultimi anni, una vigorosa impennata. Il bioetanolo è sicuramente il biocombustibile maggiormente utilizzato a livello mondiale, soprattutto per l'alimentazione dei mezzi di trasporto. La produzione di bioetanolo dalle biomasse, inclusa la parte organica dei rifiuti, è una delle vie per ridurre sia il consumo di petrolio che l'inquinamento ambientale e l'emissione di gas serra.
Il bioetanolo può essere prodotto a partire da differenti materiali di partenza (canna da zucchero, barbabietole, amido, residui lignocellulosici).
Per essere convertiti in etanolo, però, la parte zuccherina (cellulosa) deve essere separata dalla parte inerte (lignina) e poi ridotta nel monomero principale utilizzato dai batteri nella fermentazione, il glucosio. Questa operazione richiede un dispendio di energia iniziale da investire per ricavare in seguito una maggiore quantità di energia chimica sotto forma di alcol etilico. Il processo avviene grazie al lavoro dei batteri 'amici' capaci di fermentare e quindi trasformare gli zuccheri in altra forma di energia, l'etanolo appunto, a più alto valore.
Tale bioalcool può essere utilizzato negli attuali motori a scoppio, in miscela al 10% con la benzina, o quasi puro, fino al 95% circa, con delle modifiche nei motori attualmente in produzione.
Attualmente i materiali lignocellulosici (legno, erba, scarti di cucina e dell'industria agroalimentare) sono i più promettenti dato il loro basso costo e l'ampia disponibilità.
Inoltre il loro utilizzo può aiutare a superare le resistenze da parte dell'opinione pubblica, preoccupata del fatto che la coltivazione di piante a scopo industriale sottrae risorse e suolo alle coltivazioni alimentari tradizionali. Per la loro produzione non è infatti prevista alcuna coltivazione ed inoltre il processo di trasformazione può essere di enorme aiuto per l'imprenditore nello smaltimento dei residui agroalimentari dell'azienda.
Storia dei biocombustibili
A dispetto di quello che si pensi, il bioetanolo e le miscele di bioetanolo/petrolio hanno una lunga storia come fonte di energia alternativa. Esso veniva usato in Francia e Germania già dalla fine dell'800 dalle industrie nascenti. Il Brasile lo usa come fonte di combustibile fin dal 1925. Il suo uso era diffuso anche in molti Paesi europei e negli Stati Uniti già nei primi anni del 1900 ma, a causa dei costi di produzione, che soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale divennero più alti rispetto all'estrazione e raffinazione del petrolio, il bioetanolo fu quasi abbandonato fino alla crisi petrolifera degli anni '70. Dagli anni '80 in poi si è avuto una ripresa dell'interesse nella produzione industriale di etanolo da fonti rinnovabili anche per la cresciuta coscienza ambientalista e la nascita di associazioni e movimenti a favore dell'uso sostenibile delle risorse.
Il protocollo di Kyoto prima, e tutti i trattati seguenti dopo, hanno infatti posto dei limiti alle emissioni di gas serra nell'atmosfera nel tentativo di arrestare o quantomeno rallentare gli stravolgimenti climatici in corso. Questo ha portato alla ricerca di combustibili innovativi oltre che a nuove forme di sfruttamento energetico (vedi il solare).
Biocombustibili per l'ambiente
Il petrolio è una forma non rinnovabile e incide negativamente sul bilancio energetico mentre i biocombustibili da questo punto di vista sono sostenibili. Non che il bioetanolo, bruciando, non produca inquinamento, ma l'inquinamento prodotto dalla combustione è bilanciato dal fatto che la pianta da cui viene ricavata la materia prima, nel corso della sua vita, sequestra dall'atmosfera enormi quantità di CO2 per compiere la fotosintesi e crescere, controbilanciando la CO2 prodotta bruciando il bioetanolo.
Senza parlare, tra l'altro, del fatto che la fermentazione della parte organica dei rifiuti prodotti dalle città ridurrebbe gli enormi problemi che le amministrazioni sono costrette ad affrontare in tema di smaltimento.