Bolognese di nascita ma milanese d’adozione, Federico Rutali è un ragazzo estroverso, pieno di vita e soprattutto dalle idee molto chiare. Federico, infatti, a soli 23 anni è già un influencer piuttosto conosciuto su Instagram per le sue foto, ma anche per la sua voglia di battersi contro il body shaming, ovvero la derisione per l’aspetto fisico. Questa sua battaglia nasce da un passato da vittima di bullismo per via della sua obesità e sessualità. Ora, quei tempi sono lontani e Federico è una persona molto più sicura di se, e accetta le caratteristiche che lo rendono diverso da tutti i canoni, senza lasciarsi influenzare dal giudizio altrui.

Per saperne di più sulla sua storia e sulle sue iniziative contro il body shaming, Blasting News ha contattato Federico per un’intervista.

L'intervista a Federico

Ciao Federico, abbiamo conosciuto la tua storia legata al body shaming attraverso le tue testimonianze raccontate nella trasmissione Ognimattina in onda su TV8. Raccontaci come sei riuscito a uscirne e quale messaggio vuoi mandare a tutte le persone che stanno subendo derisioni riguardo all’aspetto fisico, che sono ancor oggi molto frequenti.

“In molti mi hanno chiesto per quale motivo ho deciso di raccontare proprio ora ciò che mi è successo in passato. La ragione è che bisogna avere tanta forza per raccontare una storia così delicata e quando ne ero appena uscito, ero ancora fragile.

Non avevo inoltre gli strumenti giusti per espormi e soprattutto avevo ancora paura del giudizio degli altri. Oggi, invece, sono maturato e voglio dar voce a tutte le ingiustizie e alla tanta sofferenza che c’è ancora dentro di me per spronare tutte le vittime di bullismo, perché devono prendersi le loro rivincite, reagire e non continuare a subire derisioni e offese.

Quindi, aiuta tantissimo ascoltare storie di tanti ragazzi e ragazze che ce l'hanno fatta. Questo lo dico perché quando soffrivo di body shaming, ho ascoltato tante storie di vittime di bullismo, dalle quali ho tratto tanta forza. Dunque, ho capito che si poteva uscire da questo tunnel”.

Come nasce la tua storia e chi eri prima di maturare e diventare la persona che sei ora?

“Sono nato a Bologna da due genitori molto stacanovisti che lavoravano tutto il giorno per il bene della famiglia. Questo però mi ha portato a sentire molto la mancanza di calore famigliare e quindi ho iniziato ad avvicinarmi al cibo che per me rappresentava un porto sicuro. E così ho cominciato a prendere chili su chili fino a diventare obeso e all’età di 10 anni fui ricoverato all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Dai 10 anni fino ai 16, è stato un periodo difficile perché non stavo bene dal punto di vista salutare, ma soprattutto da quello psicologico. Non solo non mi sentivo a mio agio con il mio fisico, ma sentivo di non piacere agli altri perché ero spesso deriso e definito più volte “grasso”, “bombolone”, che erano parole che arrivavano dritte al cuore.

Quindi, mi ero sempre più chiuso in me stesso. Durante l’infanzia e l’adolescenza, c’era sempre molta competizione tra i ragazzi ed io partivo già svantaggiato poiché sentivo che ero “diverso” dagli altri per la mia obesità. Dunque, i bulli andavano a infierire sull’aspetto perché mi vedevano in difficoltà, ed è proprio lì che è nato il bullismo! I bulli si uniscono facendo branco e usano le solite battutine per far ridere le altre persone e per ferire quello che viene deriso. La vittima, quindi, si chiude in sé stessa, e da quel momento si trova a vivere degli episodi di fobia sociale che le creano molta ansia nella vita sociale. Lo stesso è accaduto a me perché vivevo una vita prettamente scolastica, non avevo amici e stavo sempre chiuso in casa perché mi sentivo sbagliato.

Gli unici svaghi che avevo erano la televisione e i social. Grazie a questi passatempi, sono riuscito a ottenere le mie rivincite. E quindi, vorrei dire a tutti quei ragazzi che si sentono sbagliati di avvicinarvi a degli hobbies, come ad esempio la scrittura, suonare il pianoforte o la fotografia. Quest’ultima, tra l’altro, è diventata il mio lavoro. Quindi, è importante cercare di non buttarsi giù di morale, di smettere di pensare di essere sbagliati e di non saper far nulla solo perché una o più persone ci giudicano. Bisogna prendere la vita in mano e capire quali sono i propri punti di forza perché ogni persona è diversa. Non dobbiamo avere paura della diversità perché è bella e “colora” il mondo”.

Qual è stato il momento in cui hai iniziato ad amarti e a prenderti cura di te stesso?

"Quando ho compiuto 16 anni e sono riuscito a dimagrire, perdendo 25 chili in tre mesi. Comunque, non ho iniziato da nulla perché ho intrapreso un percorso specifico per lavorare su me stesso. Quindi, non bisogna vergognarsi a chiedere aiuto a un genitore, a un insegnante o meglio a uno psicologo perché è difficilissimo uscirne da soli. A 16 anni avere il supporto di un adulto è molto importante perché può fare tanto e a quell’età non si sa ancora bene come reagire e uscire da quel “vortice” di sofferenze. Infatti, vorrei che venissero aperti degli sportelli nelle scuole per sensibilizzare sull’argomento bullismo, ma soprattutto per spronare i ragazzi a chiedere aiuto.

Da quando sono diventato influencer tantissimi ragazzi mi scrivono dicendomi di essersi rivisti nella mia storia e questo mi ha fatto molto piacere! Dopo che ho perso 25 chili, ho iniziato a parlare di body positive e di diversità pubblicando alcuni scatti senza veli per spronare i ragazzi ad accettarsi per quello che sono realmente e non ricercare la perfezione creata dalla società”.

Per quale motivo oggi è ancora molto difficile accettare la diversità?

"Penso che siamo ancora molto indietro. La diversità non è accettata per qualsiasi aspetto a dai difetti legati al fisico, all’orientamento sessuale fino al colore della pelle perché le persone tendono ad avere pregiudizi e a vedere la diversità come negativa.

Questo è dovuto anche alla società che ci propone sempre dei modelli perfetti dalle pubblicità o dalla televisione. Bisogna quindi sdoganare i soliti taboo. Purtroppo, conosco diverse persone famose che si battono per il bullismo per ricevere solo un semplice applauso e non perché sono interessate davvero alla tematica. Ed io sono stufo! Vorrei raccontare un episodio che mi è successo con un calciatore della serie A in un ristorante a Milano. Questa persona ha iniziato a fare le solite battutine da bar contro di me per far ridere i compagni della sua squadra, ma penso che ci sia una linea sottilissima tra il sarcasmo e l’offesa che non deve mai essere superata, soprattutto se uno te lo fa capire.

L’aneddoto che più mi ha sconvolto è che quel calciatore ha perfino rilasciato un’intervista dove dichiara di essere contro il bullismo e di voler lottare affinché la diversità sia vista come positiva. E’ incredibile perché i personaggi pubblici dovrebbero dare il buon esempio soprattutto perché sono seguiti da tantissime persone, tra cui anche ragazzi giovani”.

Secondo te come si potrebbe riuscire ad affrontare la tematica del body shaming in modo adeguato?

"Vivere in un mondo senza discriminazioni è un’utopia. Direi che bisogna continuare a sensibilizzare e dare voce a storie di dolore, dalle quali si può rinascere con successo. Questo messaggio deve essere indirizzato sia alle persone che soffrono di body shaming e sia a quelle che lo vedono come superficiale.

Quindi, è una tematica molto forte, alla quale bisognerebbe dare molto più spazio perché colpisce anche gli adulti e mi dispiace che sia poco affrontata".

'Sto studiando giurisprudenza per diventare avvocato e aiutare meglio le persone vittime di bullismo'

Quali iniziative stai avviando per sensibilizzare le persone a limitare il body shaming?

"Ultimamente sto lavorando a una campagna con un’altra influencer che non ha mai parlato di body shaming e non rivelo ancora nulla. Quello che posso dire è che vogliamo utilizzare questo nostro seguito per dar voce a tutti quei ragazzi e ragazze vittime di derisioni dal punto di vista dell’aspetto fisico e non solo".

Sappiamo però che hai fatto molto discutere sul web per questa tua presunta scelta di vedere la tua verginità come riscatto.

Cosa c’è dietro strategia oppure qualche verità?

"Quella era una provocazione e penso che sia lo strumento più efficace per ottenere l’attenzione di tutte quelle persone che sono indifferenti davanti a un problema come quello del body shaming. Mi sarò spiegato male io, oppure le persone fanno fatica ad accettare una realtà che fa male e preferiscono mettere in primo piano tutt’altro".

Come vedi il tuo futuro?

"Oltre alle campagne di sensibilizzazione per dire basta al body shaming, sto studiando giurisprudenza per diventare avvocato, così potrò aiutare meglio tutte le persone vittime di bullismo".