Le conseguenze dell'amore è un film scritto e diretto da Paolo Sorrentino, proiettato nelle sale cinematografiche nell'ormai lontano 2004. Eppure tutt'oggi viene considerata una "perla" (spesso dimenticata) del panorama cinematografico italiano.
La trama
"Le conseguenze dell'amore" può essere definito un dramma esistenziale che vede come protagonista Titta Di Girolamo, interpretato da un magistrale Toni Servillo.
Titta è un uomo di mezza età, che "di frivolo ha solo il nome". Rigido e silenzioso porta sulle sue spalle un grave peso. Infatti, dopo aver perso in investimenti una ingente quantità di denaro appartenente alla mafia, è condannato da ormai 10 anni a lavorare per loro come corriere.
Dunque, lente e inesorabili, scorrono le giornate del protagonista, tra le sterili pareti di un hotel.
Recensione (Spoiler)
Attraverso l'alternanza di lente inquadrature e dinamiche sequenze di azione, Sorrentino ci mostra un Titta prigioniero di una vita che ormai non gli appartiene più, allontanato da tutti i suoi affetti e costantemente alienato dalla realtà che lo circonda. Eppure ancora riesce a incuriosirsi davanti a una barista che lavora all'albergo dove alloggia, sempre accompagnato da una timidezza che quasi tradisce la sua impermeabile corazza. Sarà proprio Sofia (Olivia Magnani) a riaccendere in lui dei sentimenti che forse nemmeno credeva di meritare più, abituato a fuggire da quell'amore che ti costringe inesorabilmente a fare i conti con te stesso.
La sua rivincita come uomo arriva quando Titta decide di ribellarsi ai suoi padroni, rubando una valigia contenente milioni di euro. Non basterà la minaccia del cemento armato a far confessare che la valigia è stata in realtà donata a una vecchia coppia di anziani dell'albergo, segnati nel volto e nelle azioni da una vita che volge ormai al termine.
Nella tanto iconica quanto mozzafiato sequenza finale, senza dire una parola Titta si lascia affogare nel cemento. Forse consapevole di essere stato in fin dei conti "una brava persona", con tutte le sue contraddizioni. Forse consapevole che l'amore, in questa vita, non è per tutti. L'unica immagine, l'unica certezza che gli resta nei suoi ultimi istanti di vita è Dino Giuffrè, suo migliore amico.
Intento a riparare cavi elettrici tra aspre montagne, preso dalla malinconia Dino pensa che da qualche parte nel mondo Titta esiste, ed è il suo migliore amico.
Tra musiche assordanti, personaggi contraddittori ed eleganti inquadrature, Sorrentino racconta la forza devastante e irrefrenabile dell'amore in ogni sua forma. Quell'amore che sa nutrirsi della disperazione e crearne radici. Quell'amore grazie al quale Titta, in quella che doveva essere la sua fine, ha in realtà trovato un nuovo inizio. L'amore, appunto, e le sue conseguenze.