Il film L'Evenement: la scelta di Anne prende spunto dal romanzo (L'evento) di Annie Ernaux, nel quale mostra una chiara testimonianza di una generazione di donne abbandonate da tutti, ma soprattutto mette in evidenza la negazione del loro diritto di scegliere.
Viene presentato in anteprima il 6 settembre 2021 alla 78^ edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia: ha vinto il Leone d'oro come miglior film, mentre per l'uscita nelle sale cinematografiche italiane bisognerà aspettare il 4 novembre.
E' ambientato in un periodo della storia molto buio, ancora oggi considerato materia di tabù.
Siamo alla Francia degli anni Sessanta quando abortire era illegale, rischiando la condanna sia per chi lo subiva che per chi lo praticava: poiché non lo si poteva praticare negli ospedali in modo sicuro, chi lo eseguiva rischiava la vita. Questo racconta L'Evenement di Audrey Diwan, sceneggiatrice, giornalista e scrittrice francese, con l'attrice Anamaria Vartolomei.
Sinossi del film
Anne è una studentessa modello, proveniente da una famiglia modesta, con davanti a sé un futuro brillante. La ragazza si ritrova ad affrontare una gravidanza chiaramente non programmata. Di colpo vede svanire la possibilità di continuare gli studi e di continuare la sua vita di sempre, demolendo in un certo senso quel futuro che tanto aveva costruito.
Perciò farà di tutto per non compromettere i suoi sacrifici.
Il film mostra tuttavia lo scorrere delle settimane dopo la scoperta e con l'avvicinarsi degli esami, il suo stato interessante il quale diventa man mano sempre più limitante. A questo punto Anna decide di procedere, pronta ad affrontare le difficoltà del momento, compreso il dolore che ne comporterà: è accompagnata dalla consapevolezza che questa sua scelta può portarla alla galera, se non ucciderla per via dei rischi.
La regista racconta il film
Il film riprende in un certo senso ciò che sta accadendo attualmente non solo in Texas ma in tutto il mondo, con un diritto - quello all'aborto - non ancora evidentemente compreso da tutti. Un film autentico, per certi versi molto schietto.
È il corpo "libero" della donna a prevalere su tutto, e non più la vergogna: la stessa Anne, dalla scoperta della gravidanza arriva quasi a smettere di studiare per via della situazione e della preoccupazione che ne consegue.
La regista Audrey Diwan durante la Biennale alla domanda: "Quale può essere il destino di una donna che si misura con l'aborto clandestino?", risponde affermando: "ho cercato di trovare il modo per catturare la natura fisica dell'esperienza, tenendo conto della dimensione corporea del percorso. Tutto quello che ho fatto è stato cercare la semplicità dei gesti, l'essenza che potesse veicolarlo".