L'inappetenza del bambino troppo spessodiventa motivo di ansia e di preoccupazione per molte mamme. Questo statod'animo, se continuato nel tempo, rischia di provocare danni nei bambini.

E' bene precisare che la quantità di cibo adatta alla crescita del bimbo è soggettiva e variabile nel tempo. Pertanto non bisogna preoccuparsi se ilpiccolo non mangia secondo le nostre aspettative durante un pasto, poiché moltoprobabilmente cercherà di compensare al pasto successivo; se poi notiamo che ilnostro bimbo cresce bene, è sano ed è pieno di energie e vitalità vuol dire chela quantità di cibo che ingerisce è più che sufficiente al suo fabbisognoquotidiano.

Detto questoè bene comprendere quali sono gli atteggiamenti sbagliati che possono consolidarel'inappetenza.

Anzitutto non occorre forzare inutilmente ilpiccolo facendogli ingoiare per forza i bocconi. Si ottiene come risultato ilrifiuto ancor più pronunciato del cibo e si consolida l'idea negativa delpasto.

Non occorre, ancora, ricattare il bambino con frasi del tipo: "Se non mangi non ticompro… O, non ti porto…". In questo modo il pasto si trasforma in un momentoostile e si generano sentimenti di colpa nel piccolo.

Non punirlo o premiarlo, perché il momento del pasto deveessere piacevole e sereno e non deve tramutarsi in uno strumento di valutazioneper far capire al piccolo quanto siabravo o non bravo, obbediente o non obbediente.

Non compensare il pasto non completato, dopo pocotempo, offrendogli merendine, succhi, dolcetti o peggio ancora patatine con lascusa che deve "metter giù" qualcosa. Così facendo non si riesce a far mangiareil bambino all'ora dei pasti e a nutrirlo in modo adeguato e sano; si cade inun meccanismo che può portare il nostro piccolo all'obesità.

Per arrivarea contrastare l'inappetenza è importante invece adottare delle strategie e promuovere atteggiamenti dibuon senso.

Va premessoche un bambino, dall'età prescolare in poi, necessita di una dieta bilanciatacomposta da tre pasti completi e duemerende al giorno; ha bisogno diriti, di routine quotidiane fisseper poter raggiungere un buon equilibrio psicofisico.

Per questo i pasti devonoessere proposti ad orari regolari evitandoinutili ritardi che possono portarlo ad essere noioso e capriccioso.

Dimostrarsi disinteressati verso quanto il bambinoabbia mangiato, è un primo consiglio. Il bambino coglie la tranquillità delgenitore e non utilizza, anche se inconsapevolmente, in modo provocatorio il momento del pasto epuò ristabilire la naturalezza e il piacere dello stesso.

E' ancheimportante offrirgli cibi dall'aspetto invitante, giocandosulle forme e sui colori, magari coinvolgendolo alla loro realizzazione e invitarlo sempre ad assaggiare nuovipiatti. Il miglior insegnamento, comunque, è il nostro esempio: variando lanostra alimentazione, lui stesso chiederà di voler scoprire nuovi sapori.

Si può ancoraoffrire al bambino la possibilità di servirsida solo, magari con un po' d'aiuto, la porzione desiderata. All'inizio puòesserci il rischio che se ne serva troppa, ma a lungo andare imparerà adautoregolarsi, cosa che non può avvenire se sono sempre i genitori a deciderela porzione per lui.

Riuscendo avincere dunque inutili apprensioni si riuscirà a vivere l'ora dei pasti come unmomento piacevole per stare tutti insieme a tavola serenamente.