Nella giornata di ieri è stata aggiornata l'Ape sociale donna contenuta nel decreto legge di bilancio che è stato approvato dall'esecutivo. L'Ape sociale donna prevede di affiancare le donne in procinto di raggiungere la pensione con un indennità garantita dallo Stato. I requisiti per poter usufruire di tale indennizzo consistono nel raggiungimento di almeno 63 anni d'età, e la mancanza di titolarità della pensione diretta. Questa è la disposizione generica del decreto legge di bilancio varato per le Pensioni a favore di categorie protette (donne e disoccupati).
Ma la disposizione non si ferma a queste condizioni. I nuovi aggiornamenti sono stati previsti ieri e riguardano tutte le donne che hanno a carico figli.
Cos'è l'Ape sociale
L'Ape sociale è un sussidio economico a favore delle pensioni che è stato introdotto a partire dal 1 maggio 2017. La nuova previsione pensionistica è stata integrata nell'art. 1, comma 179, della legge di bilancio del 2017 (legge 232/2016). L'indennità è stata stabilita dal governo per determinate categorie di lavoratori meritevoli di tutela, a condizione che abbiano raggiunto i 63 anni d'età. Tra queste categorie sono stati ricompresi i soggetti che versano in stato di disoccupazione, i caregivers e gli invalidi, nonchè tutti quei lavoratori che svolgono attività lavorative considerate gravose dalla legge.
Solo recentemente a queste categorie è stata aggiunta la previsione dell'Ape sociale donna, in cui sono state incluse le lavoratrici che abbiano raggiunto almeno i 63 anni d'età.
L'ape sociale donna
Secondo la bozza legislativa approvata dall'esecutivo è stato stabilito un ampliamento dei destinatari che possono beneficiare dell'indennità dell'Ape sociale donna..
Inoltre è stata determinata una riduzione dei requisiti contributivi per le donne che lavorano e che hanno a carico figli. La riduzione comporta uno sconto minimo di 6 mesi per ogni figlio, per un periodo non superiore a due anni. L'indennità è stata estesa anche per quanto riguarda i contratti a tempo determinato. La condizione richiede che il lavoratore beneficiario di una pensione anticipata abbia avuto rapporti di lavoro dipendente per almeno 18 mesi nei 3 anni precedenti la cessione del rapporto di lavoro. Infine, sempre in occasione dell'Ape sociale donna è stata riformata e semplificata anche la cosiddetta Rita (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).