Che gli umori e le abitudini materne potessero influire sul bambino era qualcosa di noto da tempo immemore. Ora, però, i risultati di uno studio americano, appena presentati a Boston, evidenziano ancora di più, se ce ne fosse bisogno, il profondo legame che lega la neo mamma al proprio nascituro. Lo studio mette chiaramente in evidenza come lo stress psico - fisico della madre influisca sullo sviluppo, sopratutto cognitivo, del nascituro. Vediamo di descrivere i risultati a cui sono giunti i ricercatori statunitensi e le ragioni alla base delle loro conclusioni.

Lo studio americano

I ricercatori statunitensi della Wayne State University hanno presentato i risultati del loro studio durante il Convegno della Società di Neuroscienze in corso in questi giorni a Boston. I ricercatori sono partiti dall'assunto che il cervello del bambino subisce i maggiori cambiamenti e adattamenti proprio quando, quest'ultimo, si trova ancora nella pancia della madre. Da questo hanno, poi, analizzato come i vari stati d'animo delle puerpere influivano sullo sviluppo del feto. Per far questo hanno effettuato delle scansioni del cervello del feto. In effetti, i ricercatori hanno effettuato delle risonanze magnetiche su cervello di circa 50 nascituri in un intervallo di tempo preciso, cioè tra la trentesima e la trentasettesima settimana di gestazione.

Quindi, in un periodo molto prossimo al parto cosa che ha portato i ricercatori americani ad escludere le influenze ambientali esterne successive alla nascita. Sono stati presi in considerazione diversi fattori di stress specifici, in particolare nel caso delle donne in gravidanza. Ad esempio, lo stato sociale di appartenenza e, come accennato, lo stato d'animo generale.

I risultati dell'indagine

I ricercatori americani hanno potuto stabilire che le donne in gravidanza che presentano un elevato grado di ansia e stress dovuti, ad esempio, a depressione o problemi economici incidevano sullo sviluppo cognitivo del bambino. Infatti, le risonanze magnetiche evidenziavano che i sistemi neurologici dei bambini di queste donne erano organizzati in maniera meno efficiente.

Secondo quanto sostenuto da Moriah Thomason, che ha coordinato il team di ricercatori, un ruolo fondamentale, nel processo di trasmissione dello stress o degli stati d'animo tra madre e bambino, sarebbe ricoperto dal cervelletto. Quest'organo, infatti, secondo la ricercatrice americana, contiene il maggior quantitativo di glucocorticoidi di tutto l'organismo. Si tratta di particolari ormoni deputati, proprio, ad attivare la risposta dell'organismo allo stress. E questo in misura maggiore proprio nella fase prenatale. Quindi, mamme attente allo stress.